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I-Com, più cooperazione per colmare gap tra le due sponde del Mediterraneo

where Bruxelles (Belgio) when Mar, 28/11/2017 who roberto

A Bruxelles, la presentazione del paper “The Mediterranean Gateway to the Energy Union” sul ruolo dell’energia in Europa e nel Mediterraneo

Un approccio cooperativo transnazionaleenergyunion.jpeg deve essere alla base delle politiche energetiche europee, al fine di garantire a tutti i cittadini Ue un approvvigionamento di energia sostenibile, competitiva e sicura in particolare nell’area del Mediterraneo, dove è necessario colmare il gap tra i Paesi del Nord e quelli del Sud. È quanto emerge dal paper “The Mediterranean Gateway to the Energy Union”, presentato dall’Istituto per la Competitività, I-Com, presso il Comitato europeo delle Regioni a Bruxelles, alla presenza di europarlamentari e rappresentanti del mondo delle imprese, delle istituzioni e della società civile.

Lo studio, curato da Stefano da Empoli, presidente di I-Com, e Franco D’Amore, vicepresidente e direttore dell’Area Energia del think tank europeo, si pone l’obiettivo di analizzare le strategie energetiche future dell’Unione europea, con un focus sulle opportunità di una più stretta integrazione dei mercati energetici della Regione, nonostante le considerevoli diversità istituzionali, economiche e sociali e a fronte del notevole “gap energetico” esistente tra la sponda Nord e Sud dell’area mediterranea.

Come evidenziano i dati presentati da I-Com, il Mediterraneo ospita il 7% del popolazione mondiale e produce il 12% del PIL globale. Ad oggi la quota del consumo totale di energia è pari al 6,8%. Stando alle stime più accreditate, la popolazione dei paesi europei dell’area mediterranea dovrebbe crescere meno del 3% nei prossimi 15 anni, mentre nei Balcani e in Turchia è prevista una crescita di circa il 12% e nel Sud del Mediterraneo del 20%. Questo porterà ad aumentare la domanda di energia, anche in considerazione dei bassi consumi pro-capite che già caratterizzano le due sponde. Si consideri infatti che i paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno consumi per abitante circa tre volte inferiori rispetto ai paesi della sponda nord.

 Per I-Com, se nel 2030, al Nord e al Sud del Mediterraneo, ci fosse lo stesso consumo pro capite di energia elettrica, si avrebbe una crescita della domanda del 300%. Tale convergenza porterebbe a un aumento della capacità installata - supponendo un mix di generazione simile a quello europeo - per un totale di 450 GW nelle Regioni meridionali. Sono previsti grandi cambiamenti anche nel settore del gas, per il quale si prevede un forte aumento del consumo interno. Un aspetto che potrebbe rimodellare il mercato dei vari paesi, come è stato per l’Egitto che, in questo periodo, sta vivendo una considerevole contrazione della sua capacità di esportazione del gas proprio a causa del forte aumento del consumo interno. Così come le recenti e importanti scoperte avvenute nel quadrante sud-est del Mar Mediterraneo.

“Nei prossimi anni, sarà di grande importanza la capacità dell’Europa di creare una maggiore interconnessione delle reti di energia elettrica e gas con i Paesi confinanti e l’area del Mediterraneo è il ponte naturale verso l’Africa e l’Asia, i due continenti a più elevata crescita demografica ed economica nel mondo e dove sono situate gran parte delle risorse naturali”, ha dichiarato Stefano da Empoli, presidente di I-Com. “Tuttavia, dati i tanti rischi in gioco, di tipo soprattutto politico e finanziario, il pieno sviluppo delle reti nell’area del Mediterraneo potrà avvenire solo a partire da un’armonizzazione della regolamentazione del mercato europeo dell’energia e dal rafforzamento del processo di cooperazione tra gli Stati membri”.

L'apertura del mercato dell'energia è il primo passo per attrarre investimenti necessari per lo sviluppo di infrastrutture”, ha ribadito Franco D’Amore, vicepresidente del think tank europeo. “Inoltre, bisognerà compiere uno sforzo straordinario per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione concordati a Parigi. In tale contesto, le istituzioni europee possono svolgere un ruolo cruciale e diretto nel favorire la cooperazione tra i Paesi e nel rafforzare le capacità di investimento di attori pubblici e privati. 

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