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Povertà energetica: a rischio 4 milioni di famiglie. Situazione critica per autonomi e al Sud

where Venezia when Mar, 05/04/2022 who roberto

Queste famiglie si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici

Prima il Covid, ora il caro bolletteenergia.jpg, il forte rincaro generale dei prezzi e dei carburanti stanno mettendo a dura prova la tenuta economica delle famiglie italiane, in particolar modo di quelle che si trovano nella condizione di povertà energetica.  
 
Scelta obbligata
Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA sui dati del Rapporto OIPE 20201, si stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà. Famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici.  Vista la scarsa disponibilità economica, spesso questi nuclei sono costretti a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette. Le famiglie più a rischio sono quelle con un elevato numero di componenti, vivono in abitazioni datate e in cattivo stato di conservazione, il capofamiglia è giovane, spesso indigente e/o immigrato.
 
Situazioni più critiche al Sud
A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie di quel territorio. In Campania, ad esempio, il range va da almeno 519 mila nuclei in difficoltà a quasi 779mila, in Sicilia da poco più di 481mila a 722mila e in Calabria da poco oltre le 191mila, fino a quasi 287mila unità.
Altrettanto critica è la situazione in altre regioni del Centrosud che registrano una frequenza della povertà energetica medio alta: tra il 14 e il 24 per cento. In questa fascia notiamo la Puglia, con un numero di famiglie che oscillano tra le 223mila e le 383mila e la Sardegna, con una forchetta che varia da quasi 102mila fino a poco più di 174mila. Tra le regioni che, invece, si trovano nella fascia medio bassa (tra il 10 e il 14 per cento di frequenza), ci sono il Lazio, il Piemonte, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. Tra le realtà meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10 per cento, ci sono invece la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.
 
Il peso sui capofamiglia autonomi
Se, dall’avvento del Covid fino al gennaio di quest’anno, il numero degli occupati tra i lavoratori indipendenti è sceso di 185mila unità, tra i dipendenti la contrazione è stata pari a 79mila. Lo studio sostiene con buona approssimazione che, anche per quanto riguarda la povertà energetica, in questi ultimi 2 anni i nuclei dove il capofamiglia è un autonomo la situazione è peggiorata in misura maggiore che fra le realtà famigliari dei lavoratori dipendenti.
Sempre sul fronte delle bollette di luce e gas, è stata data la possibilità alle utenze domestiche di rateizzarne i pagamenti, sono stati azzerati gli oneri di sistema e l’IVA è scesa al 5 per cento. Dall’estate scorsa il Governo Draghi ha messo a disposizione di famiglie e imprese quasi 20 miliardi di euro contro il caro energia/carburante. Una cifra sicuramente importante, ma ancora insufficiente a mitigare efficacemente i rincari che sono avvenuti in questi ultimi 9 mesi.

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