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​Prezzo in borsa elettrica cresciuto del 13,6% nel 2018, pesa il caro gas

where Roma when Mar, 29/01/2019 who redazione

Lo rivela il Gestore del Mercato elettrico. Eolico record, idrico in salita; la quota rinnovabili cresce di 5 punti

mercatoelettrico.jpgSale per il secondo anno di seguito il prezzo di acquisto dell'elettricità in borsa. Nel 2018 il Pun sale a 61,31 euro/MWh, con una crescita del 13,6% sul 2017 - che già registrava un + 26% sull'anno precedente - portandosi sul valore più alto degli ultimi anni, ma rimanendo comunque in linea con la dinamica delle quotazioni sulle principali borse elettriche limitrofe.

La nuova crescita del prezzo - si legge nella newsletter del Gme - "si realizza in parallelo con l'ulteriore incremento dei costi di generazione, tra cui in particolare quello del gas, anch'esso ai massimi dal 2014, in un contesto in cui i volumi scambiati sul mercato continuano a salire, seppur moderatamente, confermando la progressiva crescita osservata negli ultimi anni". Rimane poi stabile sul massimo storico del 2017 la liquidità del Mercato del Giorno Prima (72,0%), con i volumi di borsa sui valori più alti dell'ultimo decennio.
 
Dopo quattro anni - certifica il Gme -, il prezzo medio di acquisto dell'energia nella borsa elettrica (PUN) torna a superare i 60 euro/MWh e, al secondo rialzo rispetto al minimo storico del 2016, si porta a 61,31 euro/MWh, in aumento di 7,36 euro/MWh sul 2017 (+13,6%). Il rialzo si realizza in particolare tra fine febbraio e ottobre (+13 euro/MWh circa), toccando il suo picco a settembre (+28 euro/MWh sul 2017), e risulta strettamente correlato all'analoga dinamica registrata dalle quotazioni del gas e ad un livello di acquisti nazionali che nei mesi, con poche eccezioni in estate, si colloca ai massimi dell'ultimo quinquennio.
 
L'effetto rialzista giocato sul prezzo da tali fattori risulta, peraltro, in parte mitigato dall'elevato livello raggiunto dalle vendite rinnovabili, di poco inferiori al valore record del 2014 per l'idrico e ai massimi di sempre per l'eolico. I volumi negoziati in borsa toccano il valore più alto dal 2009, a 212,9 TWh (+1,0%). In virtù di tali dinamiche la liquidità del mercato si attesta al 72,0%, inferiore di soli 0,2 punti percentuali al massimo storico registrato nel 2017. In termini di fonti, la stabilità delle vendite nazionali riflette le opposte dinamiche rilevate, con poche eccezioni, in tutti i mesi dell'anno, sugli impianti a fonte tradizionale, in calo nel 2018 a 149,6 TWh (-8,0%), e su quelli a fonte rinnovabile, in crescita a 95,5 TWh (+ 14,4%) e inferiori solo al massimo storico del 2014. Nel dettaglio, le vendite a gas, dopo tre rialzi consecutivi, tornano in diminuzione in tutte le zone con la sola eccezione della Sardegna, risultando tuttavia inferiori negli ultimi sei anni solo al massimo del 2017 (-5,8%). Ancora più intensa la flessione delle vendite a carbone (-18,4%), scese al minimo storico, così come le altre fonti tradizionali (-9,8%). A trainare la crescita delle fonti rinnovabili, invece, il generalizzato incremento zonale delle vendite degli impianti idroelettrici, solo poco più basse del massimo del 2014 (oltre 5.600 MWh, +30,1% sul 2017) con livelli record raggiunti nei mesi di maggio e giugno, e quelle degli impianti eolici che si portano sul livello più alto di sempre (quasi 1.900 MWh, +15,6%). In riduzione, invece, il solare (-5,9%) sia a livello zonale che mensile, più evidente proprio nei mesi estivi di maggiore irraggiamento. Nel complesso, dunque, la quota delle vendite da impianti a fonti rinnovabili guadagna quasi 5 punti percentuali, salendo al 38,6%, con l'idrico al 20,0% e l'eolico a quasi il 7%, mentre le quote del gas e del carbone scendono rispettivamente al 45,6% (-2,7 punti percentuali) ed al 7,1% (minimo storico, -1,6 punti percentuali).

immagini
Gme, borsa elettrica, eolico, produzione elettrica
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