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Report. Nella rete di distribuzione sono stati investiti oltre 4,8 miliardi

where Milano when Mar, 21/10/2025 who roberto

I dati dal report Deloitte “Il settore power, utilities & renewables in Italia nel 2025. Analisi del settore elettrico nel contesto della transizione energetica e regolatoria: sfide ed opportunità” che offre una panoramica approfondita sullo stato attuale e le prospettive dell’intero comparto power & utilities.

Nel 2024 in Italia gli investimentideloitte-power-utilitities.jpg nella rete di distribuzione hanno superato quota 4,8 miliardi di euro e, in base ai piani già presentati, le spese saranno superiori ai 4 miliardi anche per il 2025 e 2026. È quanto emerge dal report Deloitte “Il settore power, utilities & renewables in Italia nel 2025. analisi del settore elettrico nel contesto della transizione energetica e regolatoria: sfide ed opportunità”, che offre una panoramica approfondita sullo stato attuale e le prospettive dell’intero comparto power & utilities. Lo studio, oltre ad esaminare il comparto della generazione, estende l’analisi anche alle varie componenti della catena del valore, delineando così una visione concreta delle dinamiche in corso e delle priorità necessarie per accelerare la transizione energetica a livello nazionale. Il report è arricchito dal contributo diretto di otto tra i principali operatori del settore come Enel Italia, Eni Plenitude, Edison, Erg, Gruppo Hera, Iren, Dolomiti Energia ed E.On.

Il report restituisce la fotografia di un Paese in cui la decarbonizzazione accelera, ma la sicurezza energetica rimane un punto critico. Solare ed eolico mostrano uno slancio costante, ma l’idroelettrico si conferma ancora oggi come pilastro centrale del mix energetico italiano. Il report individua nelle reti il cuore pulsante della transizione.
La Commissione Europea stima in oltre 1.200 miliardi di euro gli investimenti necessari entro il 2040 per l’adeguamento delle infrastrutture, di cui il 40% destinato alla trasmissione e il 60% alla distribuzione. In Italia, Terna ha già programmato interventi sulla rete di trasmissione per 23 miliardi nel decennio 2025-2034, mentre l’analisi di Deloitte evidenzia che i principali gestori di rete hanno superato i 4,8 miliardi di investimenti nella rete di distribuzione nel 2024 e che, in base ai piani già presentati, le spese saranno superiori ai 4 miliardi anche per il 2025 e 2026.
Gli operatori intervistati confermano una crescita significativa degli investimenti nella rete elettrica, ben superiore ai livelli storici. Le reti di distribuzione sono chiamate a un’evoluzione rapida.
 
Dove si investe
Dall’analisi dei rapporti sull’avanzamento dei piani di sviluppo dei cosiddetti Dso (che sta per distributor system operator), Deloitte evidenzia come, nel 2024, oltre l’86% degli investimenti di quelli italiani (pari a quasi 4,2 miliardi di euro) sia stato destinato ad aumentare la capacità e l’“hosting capacity” per nuovi impianti rinnovabili.
Ma la sfida non è soltanto tecnologica e accanto alla transizione energetica cresce l’urgenza della sfida del cambiamento climatico. Più di un terzo degli investimenti è oggi orientato al rafforzamento della sicurezza operativa e alla protezione contro eventi meteorologici estremi, che nel solo 2024 hanno toccato quota 351, quasi 200 dei quali nel Nord Italia. Nel triennio 2022–2024 si sono registrati oltre 1.000 eventi, un incremento del 63% rispetto al triennio precedente e del 245% rispetto al triennio 2016–2018.
Di conseguenza, gli operatori sottolineano come la rete elettrica italiana debba affrontare un vero e proprio cambiamento epocale. Un ulteriore ambito strategico è rappresentato dalla digitalizzazione delle reti, verso cui i Dso hanno destinato circa il 6% degli investimenti complessivi.
Gli operatori intervistati considerano lo sviluppo delle smart grid un passaggio chiave per migliorare l’affidabilità del sistema, ridurre le perdite, ottimizzare l’equilibrio tra domanda e offerta e favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili. In questo contesto, viene sottolineato il ruolo del Pnrr nel dare ulteriore impulso agli investimenti, rendendo le reti più resilienti e pronte alle sfide future.
 
Capacity market e termoelettrico
Per assicurare la solidità dei progetti di nuova capacità rinnovabile, strumento al centro della transizione, gli operatori hanno due strumenti principali a disposizione: i meccanismi di incentivazione pubblica, come il prossimo decreto Fer X, e i contratti di lungo termine per la vendita dell’energia, i cosiddetti power purchase agreements (ppa), capaci di assicurare flussi di cassa stabili e ridurre il rischio per gli investitori. Inoltre, gli operatori sottolineano il ruolo cruciale del capacity market nel contesto della transizione energetica, garantendo la sostenibilità economica degli impianti necessari a bilanciare l’intermittenza delle rinnovabili.
Secondo gli intervistati, questo sarà necessario finché il sistema non avrà completato il passaggio verso un nuovo modello di generazione e un diverso equilibrio tecnologico. Gli impianti termoelettrici a gas, infatti, rimangono fondamentali per assicurare flessibilità e sicurezza del sistema elettrico, oltre ad accompagnare la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, favorendo la graduale dismissione degli impianti più obsoleti e inquinanti, incentivando, al contempo, l’ingresso o il mantenimento di capacità produttiva più efficiente, a minore impatto ambientale.
L’evoluzione recente del capacity market evidenzia, per Deloitte, tre dinamiche chiave: l’apertura del mercato a un numero crescente di operatori assegnatari, accompagnata però da una concentrazione ancora significativa; una netta preferenza per la capacità esistente rispetto a quella di nuova costruzione, che riflette un approccio prudente più orientato verso asset già ammortizzati e a basso rischio; il ruolo crescente dello storage tra le nuove progettualità, a conferma del ruolo sempre più strategico dell’accumulo nella transizione energetica.
 
I fattori abilitanti
Nel suo studio Deloitte sostiene che la trasformazione del settore non può avvenire senza alcuni fattori abilitanti chiave: le tecnologie verdi per accelerare la transizione energetica, l’intelligenza artificiale per innovare processi e servizi, e i talenti necessari a guidare e governare il cambiamento.
Sul fronte tecnologico, le utility intervistate concentrano le attività su fotovoltaico ed eolico, con una crescente attenzione ai sistemi di accumulo, settore destinato a ricevere un forte impulso agli investimenti nei prossimi anni, a condizione di un adeguato supporto regolatorio.
L’IA, invece, sta già trasformando il settore, sebbene la sua adozione proceda a velocità diverse tra gli operatori, soprattutto per quanto riguarda l’IA generativa. Quanto ai talenti, gli operatori segnalano diverse sfide, sia territoriali nell’attrazione, sia generazionali nella gestione delle persone, elementi cruciali per guidare il cambiamento.

Scarica il report completo: https://www.deloitte.com/it/it/Indus...
 

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