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​Sindacati: sono a rischio 5mila posti di lavoro nel termoelettrico

where Roma when Lun, 10/03/2014 who michele

Lo hanno detto i sindacati dell'energia Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, ascoltati dalla commissione Industria del Senato

Il tema dell'energia è strategico per rilanciare e qualificare lo sviluppo del Paese, sia in termini di sostenibilità sia di competitività. Ma essenziale è la fase di transizione nella quale vanno governati i tempi del passaggio dal vecchio modello (prevalentemente incentrato sulle fonti fossili, petrolio, gas, carbone), al nuovo, più incline all'efficienza e risparmio energetico, alle fonti rinnovabili”.
Lo hanno detto i sindacati dell'energia Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, ascoltati dalla commissione Industria del Senato. “Questo passaggio - affermano i sindacati - va governato sotto il profilo economico (costi eccessivi dell'energia sull'apparato produttivo, oltre il 30% in più che negli altri paesi europei nostri concorrenti), sociale (per la crisi del lavoro nel termoelettrico)”. In particolare, affermano i sindacati, occorre salvaguardare “i livelli occupazionali, per evitare la Waterloo del lavoro (su 10.000 addetti, oltre 5.000 sono i lavoratori a rischio nel termoelettrico)”. Diverse le riflessioni e le proposte avanzate dai sindacati.
Patrimonio da salvaguardare - Raffinerie, rigassificatori, pipeline, smart grid, trasporto e distribuzione, centrali elettriche - queste ultime peraltro le più moderne ed efficienti di Europa - sono un patrimonio del paese che va salvaguardato e non dismesso in questa fase di congiuntura negativa, per poterlo rilanciare nel futuro.
Costo dell’energia - Intervenire sulla diminuzione dei costi dell'energia con un intervento sulle cause strutturali (alto costo del mix di fonti primarie, inefficienze del sistema, disfunzioni della rete) nonchè la definizione di un nuovo sistema tariffario che riduca la componente fiscale e parafiscale delle bollette, tra cui gli oneri di sistema (fonti rinnovabili e assimilate, oneri nucleari, ecc.) incentivando l'efficienza energetica negli usi finali e riducendo l'attuale progressività delle tariffe che penalizza l'utilizzo razionale del vettore elettrico, ma salvaguardando le fasce sociali più deboli. È necessaria dunque la ridefinizione delle regole del mercato elettrico e in particolare la riforma dei meccanismi di funzionamento della Borsa elettrica affinchè l'elettricità prodotta a costi più bassi contribuisca alla riduzione dei prezzi finali.
Capitolo occupazione - Occorre un’attenta gestione della fase di transizione in corso per garantire autonomia e sicurezza energetica del paese, costi competitivi, valorizzando gli investimenti fatti e quelli necessari per ridurre i costi e la dipendenza energetica dall'estero (oggi attorno all'80%), salvaguardando e tutelando i livelli occupazionali per evitare la Waterloo del lavoro (su 10.000 addetti, oltre 5000 lavoratori a rischio nel termoelettrico, più di 6000 nella raffinazione).
Innovazione tecnologica - Costruire una filiera industriale legata allo sviluppo delle energie alternative, promuovendo le nostre eccellenze industriali. Investire poi una parte dei proventi derivanti dalle cedole milionarie che, ad esempio, Eni ed Enel "staccano" ogni anno allo Stato per contribuire a finanziare almeno il loro lavoro industriale, ricerca, chimica di base e "verde", raffinazione e settore termoelettrico.
Ridurre le tasse - Oltre alla riduzione degli oneri di sistema sull'assetto tariffario, occorre un intervento che aiuti le imprese del settore industriale e manifatturiero mediante una significativa riduzione dell'Iva e delle accise per l'energia elettrica.
Recuperare i siti energetici dismessi - Recuperare e bonificare i siti energetici in via di dismissione (circa 70 impianti) ai fini della loro riqualificazione e riutilizzo. Tali operazioni, a costo zero per i titolari delle centrali dismesse, sono in grado di attivare investimenti per oltre 1 miliardo di euro in Italia ed il trasferimento all'estero di ingegneria e costruzione di impianti nei paesi emergenti.
 
 

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