Spagna. La relazione del blackout. La verità che non ti hanno detto
Le lobby contrastanti sostengono che la crisi energetica spagnola sia dovuta al fotovoltaico; no il fotovoltaico non c’entra; no è colpa del nucleare; no iI nucleare non c’entra; è tutta colpa delle fonti fossili, è tutta colpa delle fonti rinnovabili. In pagina Approfondimenti il documento completo sul blackout (in spagnolo).
Tutto e il contrario di tutto. Sul blackout spagnolo del 28 aprile nei giorni scorsi è stata detta una marea di sciocchezze, in gran parte dovute alle lobby delle fonti rinnovabili contro il concorrente nucleare, delle fonti atomiche contro le fonti rinnovabili, e tutti contro le tecnologie fossili. Il 17 giugno il governo spagnolo ha presentato un rapporto sugli eventi che hanno causato il blackout. Tre i motivi del blocco, secondo Sara Aagesen, ministra della Transizione Ecologica: una cattiva regolazione della tensione, la pessima gestione delle oscillazioni sulla rete, la disconnessione degli impianti fotovoltaici. E soprattutto, le procedure della Red Eléctrica Espanola, che gestisce il sistema, sono state pensate per un mondo diverso, per una Spagna dove erano ancora marginali le fonti rinnovabili non programmabili: sono di 25 anni fa le norme per regolare la tensione (è invece del 10 marzo 2000 l’atto “Servicio complementario de control de tensión de la red de transporte”).
Il 27 aprile, il giorno prima del blackout, Red Eléctrica Espanola (che gestisce il sistema) aveva programmato l’entrata in funzione di 10 centrali elettriche sincrone in grado di regolare la tensione per il giorno 28 aprile. Sarebbero dovute entrare in linea tre centrali atomiche e sette centrali termoelettriche turbogas a ciclo combinato, cioè centrali sincrone e con inerzia rotante necessarie per sostenere un numero enorme di impianti fotovoltaici molti dei quali, essendo piccoli impianti domestici installati sui tetti, sfuggono alle misure e alle regolazioni. Il numero finale di centrali elettriche sincrone collegate è stato il più basso dall’inizio dell’anno. Il 28, una delle centrali, un turbogas a ciclo combinato, ha avuto un malfunzionamento e Red Eléctrica Espanola si è accontentata di 9 centrali, poi a causa delle fonti rinnovabili non programmabili sono cominciate sovra tensioni e oscillazioni di frequenza, accentuate dal fatto che alcune fra le tre centrali atomiche e le sei termoelettriche a ciclo combinato in quel momento attive avevano risposto male alle richieste di regolare la tensione, anzi si erano comportate in modo da accentuare gli sbalzi di tensione. Addirittura avevano prodotto un eccesso di potenza reattiva.
C’è un problema. Mentre la potenza attiva può essere governata da lontano, poiché si diffonde con ampiezza sulla rete, la potenza reattiva ha un effetto locale e deve essere governata in modo abbastanza capillare sulla rete. Ma la diffusione capillare delle tecnologie rinnovabili in Spagna non è stata accompagnata da un simile processo di regolazione diffusa della potenza reattiva, regolazione che non viene chiesta alle molte centrali eoliche e fotovoltaiche.
Così agli starnuti della tensione sulla rete non ha corrisposto una risposta adeguata. Sulle reti di trasmissione dell’elettricità a 400mila volt alcune punte hanno superato il limite tecnico di 435mila volt. I sistemi automatici di protezione di alcuni grandi impianti fotovoltaici vicino a Siviglia, collegate a tratti di rete a 220mila volt, hanno rilevato le sovra tensioni ma, invece di staccare al limite massimo di 245mila volt come tolleranza massima di quelle sezioni di rete elettrica, hanno staccato subito, prima del normale. Il distacco istantaneo e imprevisto di queste centrali fotovoltaiche ha aumentato ancora di più i colpi di tosse della rete. Nel tentativo di aumentare la stabilità del sistema, in aggiunta alle nove centrali che cercavano inutilmente di regolare la tensione è stata chiamata una decima centrale termoelettrica, con l’ordine di entrare in parallelo sulla rete per le ore 14. Troppo tardi. Alle 12,33 gli sbilanciamenti e i distacchi automatici del fotovoltaico hanno fatto saltare la rete.
Sintesi. La rete spagnola e il suo gestore hanno una capacità di controllo della tensione insufficiente per gestire le fonti rinnovabili non programmabili; la regolazione di tensione e frequenza è affidata solamente a distanza alle centrali termoelettriche (il servizio viene pagato dai consumatori sulle bollette) e la Spagna sta pensando di aprire questo servizio di regolazione della tensione anche per le centrali rinnovabili, distribuite lungo la rete, con penalità per le centrali rinnovabili che non riescono a garantire un servizio di regolazione.
Leggi il rapporto di sintesi di 5 pagine del Governo spagnolo sul blackout del 28 aprile https://www.miteco.gob.es/content/da...
Leggi in pagina Approfondimenti il rapporto integrale completo di 182 pagine del Governo spagnolo sul blackout del 28 aprile.