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​Starace al vertice di Enel – Prime grane: il Tribunale di New York ha congelato quasi 600 milioni $ per un contenzioso in Albania

where Roma when Mar, 22/04/2014 who redazione

Lo si legge nella relazione di bilancio. Coinvolti beni anche della controllata Enelpower fino a 597,4 milioni di dollari americani per un contenzioso con Albania Beg Ambient Shpk, società delle energie rinnovabili che fa capo a un gruppo di imprenditori italiani e albanesi. Nel mirino la mancata costruzione di una centrale idroelettrica

Il tribunale di New York ha congelato a Enel ed Enelpower beni fino a 597,4 milioni di dollari americani per il contenzioso con Albania Beg Ambient Shpk, società delle energie rinnovabili che fa capo a un gruppo di imprenditori italiani e albanesi. Secondo quanto si legge nella relazione al bilancio 2013, il giudice statunitense ha emesso nei confronti delle due società “un ordine di astensione dal compiere atti di disposizione dei beni dalle stesse posseduti nei limiti dell'importo di 597.493.543 dollari”. Albania Beg si è rivolta al giudice di New York chiedendo l'esecutività della sentenza della Cassazione albanese su un risarcimento, quantificato dalla società italo-albanese in 430 milioni di euro. Enel ed Enelpower, come si legge nella relazione, “si costituiranno in giudizio contestando sotto ogni profilo la fondatezza delle domande avversarie e attivando ogni iniziativa a tutela dei propri interessi”.
Alla base del contenzioso tra Enel e Albania Beg, divenuto un vero e proprio groviglio giudiziario, c'è un contratto di collaborazione, mai andato a buon fine, per la costruzione di una centrale idroelettrica. La controversia ebbe inizio nel 2000 con un lodo arbitrale in Italia vinto dal gruppo guidato da Fulvio Conti. Contro questa decisione la società italo-albanese ha esperito tutti i gradi di giudizio e ha perso fino in Cassazione. Un altro giudizio è stato successivamente avviato da Albania Beg in Albania. Qui è stata Enel a soccombere in tutti i gradi di giudizio. L'ultima decisione della Cassazione albanese risale al 7 marzo 2011 e ha confermato la condanna di Enel, secondo la ricostruzione di Albania Beg, al pagamento di circa 25 milioni di euro per gli atti di concorrenza sleale e 405 milioni per la mancata produzione di energia negli anni 2005-2011. Sulla base di questa sentenza sono state avviate le richieste di esecutività davanti al tribunale di New York. Ma il fronte americano non è l'unico aperto da Albania Beg per ottenere l'esecutività della sentenza. La compagnia si è rivolta anche al Tribunal de Grande Instance di Parigi, dinnanzi al quale Enel ed Enelpower si sono costituite in giudizio, e il procedimento, afferma la relazione, “è in corso di svolgimento”. Inoltre, sempre su istanza di Albania Beg, sono stati emessi alcuni sequestri conservativi presso terzi notificati a Enel France per eventuali crediti vantati da Enel nei confronti di Enel France e a JP Morgan Bank Luxembourg per eventuali crediti vantati da Enel.
Dal canto suo, anche Enel ha avviato un giudizio civile in Italia chiedendo al tribunale di Roma un risarcimento del danno in misura pari alla somma che Enel ed Enelpower potrebbero essere tenute a corrispondere ad Albania Beg Ambient in caso di esecuzione della sentenza albanese. In più Enel si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell'Uomo per violazione del diritto all'equo processo e del principio di legalità, con richiesta di condanna della Repubblica di Albania alla riparazione dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Un procedimento che è ancora pendente.

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Francesco ​Starace, nuovo a.d. di Enel
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