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Studio Accenture, nel 2030 il sistema elettrico sotto stress a causa di elettrificazione e rinnovabili

where Milano when Mar, 12/03/2019 who roberto

Lo studio Accenture “Flessibilità, un’opportunità per la transizione energetica” prevede un rischio di mancanza di energia per un numero di ore che può arrivare a 1700h/anno

Nel 2030 il sistema elettrico sarà messoaccenture-elettrica.jpg sotto stress dall’aumento delle fonti rinnovabili e dal processo di elettrificazione; per questo, nei prossimi anni dovrà affrontare una profonda trasformazione, che comporterà l’evoluzione delle infrastrutture esistenti in modo tale da soddisfare l’aumento dei consumi. È quanto emerge dallo studio di Accenture “Flessibilità, un’opportunità per la transizione energetica” presentato in occasione del XIX Workshop Annuale sulle Utility organizzato da Agici.
 
Le infrastrutture esistenti - si apprende dalla ricerca - dovranno evolversi in considerazione di due fattori principali: l’aumento dei consumi (dovuto soprattutto alla diffusione della mobilità elettrica e delle pompe di calore) e il maggiore impiego delle fonti rinnovabili non programmabili che, quindi, non possono variare la loro produzione in base alla richiesta di energia. Inoltre, anche il calo della capacità termica in esercizio, ad esempio per il potenziale “phase-out” del carbone, avrà un impatto negativo sull’intero sistema. In particolare, il periodo più critico potrebbe essere quello invernale, sia a causa della ridotta produzione di energia fotovoltaica, sia per il maggior utilizzo dei dispositivi di riscaldamento; le ore 18:00 dei giorni feriali rappresentano l’orario di maggiore stress della rete, in corrispondenza di un maggior numero di veicoli elettrici messi in carica.
 
Per simulare l’evoluzione del mercato elettrico al 2030, Accenture ha personalizzato per l’Italia un modello proprietario, che simula prelievi e immissioni orarie nel sistema elettrico, con l’obiettivo di definire il livello di flessibilità necessario a mantenere il sistema stabile. In particolare, il modello considera la domanda oraria dei prossimi anni e la produzione - sia da fonti rinnovabili che da fonti tradizionali - per identificare eventuali gap in termini di surplus di energia e/o mancanza di capacità.
 
Per l’Italia sono stati considerati quattro scenari che combinano diversi livelli di domanda di energia elettrica (alto e basso) e di diffusione delle fonti rinnovabili (alto e basso). In tutti gli scenari, è stato considerato il phase out del carbone a partire dal 2025. Si va da uno scenario inerziale che include una moderata crescita degli impianti rinnovabili e un aumento di auto elettriche (4,2 mln al 2030) e pompe di calore fino a quello massimo, che include una crescita sostanziale degli impianti rinnovabili, come da Strategia Energetica Nazionale, una crescita sostanziale delle auto elettriche (6,5 mln al 2030) e un leggero aumento dei consumi.

Le principali fonti di flessibilità individuate prevedono l’impiego di batterie di accumulo e l’utilizzo di servizi di demand response; la possibilità di sfruttare sinergie con la rete gas tramite Power to X (ad esempio la produzione di idrogeno e/o metano sintetico a partire da fonti energetiche rinnovabili); l’utilizzo di pompaggi presenta un significativo valore nel breve/ medio periodo. La costruzione di nuovi bacini, tuttavia, dovrà affrontare l’opposizione «nimby (not in my backyard)», che attualmente tutte le infrastrutture stanno incontrando; è difficile, quindi, ipotizzare significativi risparmi di costo nel medio periodo. L’impiego degli impianti a gas esistenti, invece, può fungere da complemento alle nuove fonti di flessibilità.
 
“Senza cambiamenti radicali nel 2030 la domanda elettrica potrebbe non essere soddisfatta: il rischio è che si creino dei picchi di domanda che in alcune ore potrà essere significativamente superiore alla capacità installata, fino a 1700 h/anno, pari al 19% del totale, con un gap da 6 fino a 16 gw”, ha detto Pierfederico Pelotti, responsabile utilities di Accenture in Italia, spiegando che “questo scenario rappresenta però anche una grande opportunità per il sistema Italia, se si riuscirà ad attuare una programmazione che coinvolga l’intero ecosistema in gioco, la capacità energetica extra potrà essere ricavata dall’utilizzo di un mix di fonti di flessibilità”.

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