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​Tirreno Power: perdita da quasi 400milioni di euro, pesa Vado Ligure

where Milano when Lun, 02/03/2015 who redazione

Oltre alla crisi del mercato energetico, sui risultati ha pesato il blocco dell'avviamento del gruppo e degli impianti a carbone di Vado Ligure, fermi dal marzo 2014

tirreno-power.jpgTirreno Power, la società che possiede la centrale di Vado Ligure, ha perso 384,4 milioni di euro tra l'inizio del 2013 e il 31 ottobre 2014. Il rosso ammonta a 295,8 milioni, a cui vanno aggiunti 88,5 milioni di perdite del conto economico al 31 ottobre 2014.

Pesa l’ipotesi di mancata riaccensione - Sui risultati, oltre alla crisi del mercato energetico, ha pesato l'azzeramento dell'avviamento (91,6 milioni) del gruppo e degli impianti a carbone di Vado Ligure (118,3 milioni), fermi dal marzo 2014, dopo essere stati sequestrati dalla magistratura.
Le rettifiche, emerge nel bilancio, sono state fatte dopo che il Cda ha deciso di fondare le sue valutazioni sulla base di uno scenario prudenziale che prevede la mancata riattivazione dei gruppi a carbone di Vado Ligure, “nonostante tutte le azioni che sono e saranno poste in essere” allo scopo di ottenere "il dissequestro di tali unità" e "una nuova AIA (autorizzazione integrata ambientale, ndr)", non essendo attuabili per Tirreno Power le prescrizioni contenute in quella concessa dal ministero dell'Ambiente.

Il peso dei debiti - Il bilancio 2013 (su cui i revisori non hanno espresso un giudizio a causa delle molteplici incertezze sulla continuità aziendale) e la situazione al 31 ottobre 2014 sono stati approvati nell'assemblea dello scorso 30 gennaio, circostanza nella quale  i soci (Gdf-Suez, Sorgenia, Hera e Iren) hanno anche varato una ricapitalizzazione di 100 milioni di euro, legata alla riuscita del piano di ristrutturazione dei 894 milioni di debito che gravavano su Tirreno Power. Il piano, che punta a rendere sostenibile l'indebitamento del gruppo e che dovrà essere tradotto in un accordo di ristrutturazione ex art. 182-bis della legge fallimentare, prevede la concessione di due linee di credito per complessivi 350 milioni con scadenza al 2022, un convertendo da 250 milioni che matura nel dicembre 2024 e la conversione di 294 milioni di euro in strumenti finanziari partecipativi che andranno a rimpinguare il patrimonio netto. Le perdite hanno reso il patrimonio netto negativo per 39,5 milioni di euro: grazie alla ricapitalizzazione, da chiudersi insieme alla ristrutturazione del debito entro settembre 2015, il capitale tornerà positivo per 60,5 milioni, a cui si aggiungeranno i 294 milioni rappresentati da strumenti finanziari partecipativi.

I soci ricapitalizzano - I soci Gdf-Suez ed Energia Italiana (Sorgenia, Hera e Iren), si legge nel verbale di assemblea, "hanno ribadito l'impegno delle rispettive società a partecipare alla suddetta ricapitalizzazione". Il piano industriale “prevede dal 2014 e nei successivi tre anni una modesta redditività, in quanto il mercato elettrico continuerà ad essere caratterizzato da una sovraccapacità dal lato della produzione, da condizioni di debolezza della domanda e da una crescente offerta di energia da fonte rinnovabile”. “La prevista introduzione del Capacity Market dal 2018 - si legge ancora nel bilancio - e la ripresa della domanda di energia elettrica permetteranno un graduale ritorno a maggiori margini di redditività”.

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La centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure