Per tutti gli isotopi! La presidente Todde dice no (anche) al nucleare in Sardegna
La presidente chiarisce la posizione della Regione in materia:“siamo favorevoli alla fusione nucleare, ma contrari alla fissione”. No anche alla possibilità di ospitare il deposito di scorie.
La Regione Sardegna non ha aperto al nucleare: lo ha detto il presidente Alessandra Todde che voluto fare così chiarezza sui tentativi di strumentalizzazione delle sue parole degli ultimi giorni. “Noi non siamo ideologici – ha detto al Festival delle Regioni, a Venezia - siamo favorevoli alla fusione nucleare, ma contrari alla fissione (quella delle centrali attuali, per intenderci) e non abbiamo intenzione di farci carico delle scorie. Infatti, ho dichiarato più volte che non accetterò mai che sia la Sardegna ad ospitare il deposito. La nostra contrarietà non è solo una posizione politica ma una scelta coerente con la volontà popolare. Il popolo sardo si è espresso in maniera molto chiara con un referendum”.
Un piano energetico vecchio
“La nostra giunta – specifica la presidente – ha ereditato un piano energetico vecchio di 10 anni, due centrali a carbone, una centrale che usa gli scarti di raffinazione, l’idroelettrico sottoutilizzato e la paura diffusa tra i cittadini per un’invasione di impianti eolici e fotovoltaici che trasformano il nostro ambiente in un ambiente industriale”. Durante il suo intervento al Festival delle Regioni, a Venezia, ha ribadito “che è necessario utilizzare tutte le leve possibili per rendere competitiva la nostra Regione abbassando il prezzo dell’energia e tagliando le bollette ai sardi. Ma non certo barattando ambiente e paesaggio, per noi beni identitari”.
“Siamo disponibili a discutere di energia nucleare – ha concluso Todde – ed aperti ad una rivoluzione, come sarebbe la fusione nucleare, ma io il dovere politico da presidente e cittadina di difendere ambiente, paesaggio, suolo e territorio”.