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​La Ue interrompe il negoziato con la Svizzera sull’elettricità, l’Ufficio federale svizzero vede il settore a rischio

where Berna (Svizzera) when Lun, 17/02/2014 who michele

La decisione di bloccare il negoziato sull'elettricità, dicono fonti Ue,  “è un esempio dell'impatto a breve termine” sulla relazione Ue-Svizzera del risultato del referendum sulla libera circolazione dei lavoratori. Il direttore dell'Ufficio federale svizzero dell'energia, Walter Steinmann, “difficoltà per le aziende elvetiche a partire dall’anno prossimo”

L'Unione europea non prevede di proseguire il negoziato con la Svizzera sull'elettricità “alla luce della nuova situazione che si è venuta a creare” dopo il voto sul referendum sulla libera di circolazione che è “una potenziale violazione” degli accordi. Lo ha detto la portavoce dell'esecutivo europeo Pia Ahrenkilde.
Vista la situazione attuale, “nessun negoziato tecnico è previsto al momento” tra Unione europea e Svizzera nella trattativa sull'elettricità, ha detto la portavoce, spiegando che questo avviene “perché il modo di procedere deve essere analizzato alla luce del contesto più ampio” delle relazioni tra Ue e Svizzera. 
Ahrenkilde ha aggiunto che l'accordo sull'elettricità “è logicamente legato a questioni istituzionali orizzontali”.
La decisione di bloccare il negoziato sull'elettricità “è un esempio dell'impatto a breve termine” sulla relazione Ue-Svizzera del risultato del referendum sulla libera circolazione dei lavoratori. È “un chiaro messaggio politico”, spiegano qualificate fonti europee all'Ansa, mentre è in corso il Consiglio Affari generali che ha dedicato lungo tempo alla questione, sottolineando che le conseguenze del voto si riflettono “tanto sugli accordi in corso quanto sui piani di accordo” e riguardano “aree cruciali”.
Dal canto suo, il direttore dell'Ufficio federale svizzero dell'energia, Walter Steinmann, prevede difficoltà per le aziende elvetiche a cominciare dal prossimo anno. Il settore rischia di perdere la connessione al mercato unico, ha detto Steinmann alla "Neue Zürcher Zeitung" questa settimana, e “non esiste un piano B”.
 
 

 

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Portavoce dell'Esecutivo Europeo
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