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Veneto: no di Legambiente al nucleare a Marghera. Lombardia: sì di Fontana a un reattore

where Venezia when Mar, 26/11/2024 who roberto

La discussione è nata dopo le affermazioni di Renato Brunetta, sull'eventualità di un impianto di quarta generazione nel polo industriale veneziano

Legambiente dice no alla possibilitàbrunetta-flickr.jpg di costruire una centrale nucleare di ultima generazione a Marghera. L'organizzazione ambientalista, per voce del presidente regionale veneto Luigi Lazzaro, ha espresso preoccupazione e contrarietà all'idea, definendola una "balla atomica". Il dibattito si è animato dopo le affermazioni del presidente della Fondazione Venezia Sostenibile, Renato Brunetta (nella foto), sull'eventualità di un impianto di quarta generazione nel polo industriale veneziano. Più possibilista, invece il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, disponibile a trovare sedi sul suo territorio.
 
Il no di Legambiente
Secondo Legambiente le risorse pubbliche devono essere destinate a promuovere un autentico passaggio verso fonti rinnovabili, tecnologia pronta e realizzabile in tempi certi, piuttosto che investire in una tecnologia che presenta criticità di insediamento e ancora numerosi rischi e incertezze irrisolte. La costruzione di una centrale nucleare richiede tempi estremamente lunghi, spesso superiori ai 10-15 anni, e i costi stimati superano frequentemente i 10 miliardi di euro. La transizione ecologica rappresenta un'opportunità cruciale per il nostro territorio e per il pianeta. Investire nel solare, nell'eolico e nelle altre fonti rinnovabili non solo ridurrebbe le emissioni di carbonio, ma creerebbe anche posti di lavoro e promuoverebbe l'innovazione tecnologica. "Richiamare all'uso del nucleare per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica è una vera balla atomica - dichiara Lazzaro - visto che la somma dei tempi di realizzazione (se mai dovessero iniziare i lavori) con i costi economici che ricadrebbero tutti sul pubblico, senza parlare dei rischi per l'ambiente e per le persone, rendono insostenibile l'ipotesi sotto tutti i punti di vista: ecologico, sociale ed economico. Chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire". “La sortita di Brunetta – ha detto la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella all’agenzia Nova - desta preoccupazione vista la propensione nuclearista e avventuriera, priva come è di basi scientifiche, di questo governo. L'alternativa è semplice, poco costosa e democratica, le fonti energetiche rinnovabili, ma il ministro dell'Ambiente preferisce impantanarsi nell'avventura oscura dei cosiddetti mini-reattori nucleari di cui esistono solo prototipi costosissimi e non realizzabili prima di dieci e più anni”
 
Il sì della Lombardia
Ma c’è già anche chi ha dato la sua disponibilità a ospitare sul territorio le strutture sensibili. In testa, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “La Regione Lombardia ha già detto da tempo di essere disponibile a perseguire questo obiettivo e individuare dei siti in questo territorio”. Il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso ha parlato del piano del governo. Ossia individuare un “soggetto industriale che sia capace di realizzare nel nostro Paese, e magari di esportare, reattori nucleari di terza generazione avanzata e poi di quarta. Cioè costruiti secondo modelli industriali, piccoli e componibili, puliti e sicuri”. Secondo il ministro infatti l’Italia non dovrà importare né progetti né impianti né tecnologia dall’estero. “Non vogliamo importare i reattori nucleari di altri Paesi. Vogliamo realizzarli in Italia attraverso la tecnologia, la scienza italiana per esportarli”, esprimendo poi l’auspicio che i territori si facciano avanti per ospitare gli impianti, «non dieci, ma venti distretti industriali italiani ci chiedano di poterli installare in Italia».

immagini
brunetta-flickr