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Analisi dell’Ocse. Nel mondo le tasse sull’energia sono troppo basse per tutelare l’ambiente

where Milano when Lun, 19/02/2018 who roberto

Le accise sui prodotti petroliferi non sono sufficienti a coprire “tutti i costi esterni" derivanti dalle emissioni di CO2. Il caso del carbone

Quasi tutte le tasse sull'uso dell'energia sono troppo basse dal punto ditaxienergyuse.jpg vista ambientale e i governi dovrebbero quindi fare un utilizzo migliore della tassazione per contrastare il cambiamento climatico. È la conclusione dell'Ocse nel rapporto Taxing Energy Use, in cui analizza la situazione di 42 Paesi (i 35 membri dell'Organizzazione più sette big non-Ocse) che rappresentano circa l'80% dell'uso globale dell'energia e delle emissioni di anidride carbonica associate a tale utilizzo.

Basandosi su una stima "molto conservativa" di danni per i soli aspetti climatici pari a 30 euro per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa, lo studio sottolinea che le tasse sul carbone, che è grande inquinante, sono spesso pari a zero e superano i 5 euro per tonnellata di CO2 solo in cinque Paesi.
Le tasse sui prodotti petroliferi sono relativamente alte - oltre 100 euro in vari settori - soprattutto sul trasporto su strada, ma a loro volta, secondo l'Ocse "sono troppo basse in quasi tutti i casi per coprire tutti i costi esterni" derivanti dall'uso di energia.

Il diesel meno tassato inquina di più - Qualche aumento della tassazione nel 2015 (anno a cui si riferiscono i dati) rispetto al 2012 (anno del primo rapporto) c'è stato e sono stati fatti passi avanti nel rimuovere la tassazione più favorevole al diesel rispetto alla benzina, ma a parte questo non ci sono segnali che il principio “chi inquina paga” determini il quadro della tassazione sull'energia più di quanto accadesse nel 2012, scrivono gli esperti dell'Ocse.
Finanziare le energie pulite - "Le tasse sulle emissioni e altre specifiche tasse sull'uso di energia possono integrare nei prezzi i costi climatici e ambientali. Sono componenti indispensabili delle politiche necessarie per combattere il cambiamento climatico e contribuiranno a ridurre l'inquinamento e gli altri effetti negativi dell'uso di energia", sottolinea il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, nella presentazione del rapporto. Le tasse sulle emissioni e sull'uso di energia, inoltre, "sono una nuova fonte di introiti per contribuire al finanziamento di servizi pubblici vitali e per aiutare lo sviluppo di energie pulite".

Cina, India e Messico - In generale la tassazione sull'energia differisce molto da un paese all'altro e le tasse sono così eterogenee che le medie nazionali sono scarsamente rappresentative, rileva l'Ocse. Resta il fatto "che le tasse continuano ad essere scarsamente allineate con il costo ambientale e climatico dell'uso dell'energia in tutti i Paesi". Nel trasporto su strada, il 97% delle emissioni sono tassate e la porzione delle emissioni tassate oltre il livello dei costi climatici è aumentata dal 46% del 2012 al 50% del 2015 e le aliquote che superano i 50 euro per tonnellata di anidride carbonica riguarda il 47% delle emissioni nel 2015 contro il 37% del 2012. Tali cambiamenti derivano principalmente dalle riforme delle tasse sui carburanti in Cina, India e Messico.

Gli usi diversi - Nel settore non-strada, che nel suo insieme è responsabile del 95% delle emissioni da uso di energia, l'81% delle emissioni non sono tassate e le tasse sono al di sotto della soglia del costo climatico per il 97% delle emissioni. Tra il 2012 e il 2014 l'aliquota effettiva di tassazione è calata in termini reali in circa metà dei Paesi studiati, anche se questo in parte questo riflette anche le variazioni sui cambi valutari. Tra i 42 Paesi presi in considerazione alcuni sono di gran lunga i maggiori utilizzatori di energia, ma con pesi che stanno cambiando.

Confronto fra Paesi - Nel 2014, ad esempio, gli Usa rappresentavano il 16,2% dell'uso dell'energia mondiale contro il 17,6% del 2009, mentre la quota della Cina è salita dal 19,3% del 2009 al 22,2% del 2014. Nell'insieme dei 42 Paesi, per altro, la crescita dell'uso di energia ha segnato una decelerazione: dal 2010 è stata in media dell'1,2% annuo contro il 2,4% dell'inizio degli anni 2000. Il rallentamento riflette l'andamento dei 7 Paesi partner (3,3% dal 5,7% in media). D'altro canto le emissioni di anidride carbonica stanno crescendo a un tasso molto più rapido: +15,3% tra il 2009 e il 2012 e +10,5% tra il 2012 e il 2014.
Più a lungo si rinvia il contrasto dei danni causati dal cambiamento climatico e dall'inquinamento, " più sarà costoso farlo. Tasse ben disegnate sull'uso di energia sono elementi-chiave di una politica che sia efficace dal punto di vista dei costi. Per questo sono necessari con urgenza grandi miglioramenti", conclude il segretario generale dell'Ocse Gurria.

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