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Le aziende dell’offshore scrivono al Mise chiedendo certezze per il futuro

where Ravenna when Lun, 09/12/2019 who roberto

L’associazione Roca chiede di poter continuare ad operare ed investire nelle zone di mare che circoscrivono le Aree Marine Protette

“La crisi del settore, causata anche trivelle-adriatico.jpgda una rilevante incertezza normativa, a cui si è aggiunto di recente il fermo indiscriminato delle attività di prospezione e ricerca imposto dalla Legge n. 12/2019 di conversione del D.L. n. 135/2018 hanno causato l’azzeramento ingiustificato delle prospettive di investimento nel settore e distrutto l’attività locale delle PMI, costrette a tagliare migliaia di posti di lavoro ad elevato livello di specializzazione o addirittura a chiudere”.
 
Comincia così la lettera inviata al Ministro delle Sviluppo economico Stefano Patuanelli da Franco Nanni, presidente del ROCA, l’Associazione che raggruppa 50 imprese del distretto di Ravenna che dà lavoro a 4mila persone e opera nel settore offshore.
 
“Siamo i primi a riconoscere l’importanza della tutela ambientale e la necessità di utilizzare il gas solo come traghettatore verso l’energia rinnovabile - ammettono - , ma non possiamo accettare uno stop al nostro lavoro totalmente non ponderato e controproducente anche in termini di economia nazionale”. “Gli studi scientifici dimostrano che il completo soddisfacimento della richiesta energetica non può essere coperto, né ora, né nei prossimi decenni, dalle sole fonti alternative. Detto questo, sorge spontaneo chiedersi perché essere costretti a 18 mesi di blocco indiscriminato delle ricerche e delle nuove coltivazioni in attesa di un Piano per la Transizione energetica sostenibile delle Aree idonee (PiTESAI) che non ha criteri definiti, quando L. n. 979/1982 (Disposizioni per la difesa del mare), la L. n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette) o il D.lgs. n. 152/2006 (Testo Unico ambientale) circoscrivono già efficacemente le aree marine da proteggere”.
 
Le aziende dell’oil&gas chiede, da subito, di avere la certezza di poter continuare ad operare ed investire nelle zone di mare che circoscrivono le Aree Marine Protette e le AMP istituende, perché il PiTESAI per avere senso di esistere e per rispettare l’affidamento che tutti facciamo nel diritto dovrebbe essere una mappa organica delle aree già tutelate dalle norme nazionali, comunitarie ed internazionali, ora troppo frammentarie. ROCA ha già manifestato negli scorsi mesi l’interesse a collaborare con le Autorità competenti nella definizione di una Strategia Energetica Nazionale di medio termine, ma l’appello è caduto nel vuoto. Siamo a rinnovare la nostra richiesta: gli operatori del settore vogliono apportare il proprio contributo alla politica.

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