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Biometano. La Lombardia investe 1,6 miliardi, in Emilia nuova tecnologia

where ​Milano when Lun, 23/07/2018 who roberto

A Soliera (Modena) l’Enea e il Crea inventano un modo più efficiente di produzione a due stadi. Curlisi (Cib): "La politica assicuri il ciclo di vita degli impianti per preservare indotto e territorio"

biometano.pngPur tra mille ostacoli, il biometano si avvicina al momento atteso del boom futuro. È stato realizzato in Italia il primo impianto a biogas bi-stadio europeo che sfrutta la digestione anaerobica per produrre energia. Lo ha costruito Biogas Italia a Soliera (Modena), grazie all’impiego di una tecnologia brevettata da Enea e Crea, che consente di produrre il 20% in più di energia rispetto alle strutture tradizionali.

I dettagli scientifici - “Nell’impianto bi-stadio le prime fasi del processo (idrolisi e acidogenesi) vengono separate dalle restanti (acetogenesi e metanogenesi) in reattori distinti, dove agiscono ceppi batterici che operano in modo ottimale con tempi e valori di pH diversi”, spiega Vito Pignatelli, responsabile del laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’Energia dell’Enea.
In pratica, durante la prima fase si tratta il substrato organico in modo che, parallelamente alla sua decomposizione in acidi organici, venga prodotto idrogeno. Nella seconda fase, invece, gli acidi organici vengono trasformati in una miscela di metano e anidride carbonica, che può a sua volta reagire con l’idrogeno proveniente dalla prima fase per dare altro metano.
“In questo modo si facilita il successivo processo di upgrading del biogas a biometano. Inoltre si ottiene una più veloce degradazione della biomassa, proprio perché i diversi microrganismi lavorano in condizioni ottimali”, aggiunge Pignatelli. Grazie a tempi più rapidi di digestione della biomassa, la tecnologia bi-stadio consente di realizzare impianti a biogas più piccoli ed economici rispetto a quelli tradizionali, in quanto impiega fino al 15% in meno di materia prima, a parità di energia prodotta.
Insieme nel progetto - Oltre al contenuto tecnologico, l’impianto di Soliera testimonia la virtuosa collaborazione tra ricerca pubblica e impresa, con Enea e Crea concessionarie dell’uso del brevetto alla Biogas Italia, che a sua volta ha beneficiato di un finanziamento di Invitalia e si è accordata con l’azienda agricola Lugli per l’utilizzo del terreno e lo sfruttamento delle materie prime per alimentare l’impianto.
Audizione in Lombardia - Nel frattempo il Consorzio Italiano Biogas è intervenuto in audizione alla VI Commissione permanente ambiente e protezione civile della Regione Lombardia. Un'occasione preziosa per aggiornare i consiglieri sulle attività di un comparto che, sul territorio lombardo, comprende oltre 300 impianti di biogas agricolo per una potenza installata di oltre 250 megawatt. Gli impianti "pesano" per 1,6 miliardi di euro di investimenti, cui si sommano i circa 300 milioni di euro all'anno sostenuti dalle aziende per la manutenzione. Una filiera, quella del biogas agricolo lombardo, che è prima in Italia e che unisce aziende del settore primario altamente tecnologiche a industrie impiantistiche di primaria importanza a livello internazionale e fortemente impegnate nella ricerca e sviluppo.
Il Biogasfattobene - "I soci del Consorzio Italiano Biogas - afferma Christian Curlisi, direttore Cib, intervenendo in audizione - applicano una metodologia definita Biogasfattobene, che prevede di riutilizzare reflui degli allevamenti, sottoprodotti delle coltivazioni o secondi raccolti dedicati per produrre energia rinnovabile, abbattendo le emissioni in atmosfera e riducendo la dipendenza dai fertilizzanti chimici. È proprio grazie a questo approccio che molte aziende agricole lombarde sono riuscite a superare la crisi, reinvestendo in macchine meno inquinanti, tecnologie elettroniche per l'agricoltura di precisione, stalle di nuova concezione e aumentando la varietà e il numero dei raccolti per coprire i terreni tutto l'anno, preservando così anche l'integrità del suolo".
Il caso della Lombardia - Non è un caso che la Lombardia sia una delle regioni a più alta concentrazione di allevamenti d'Italia e, nel contempo, anche la regione a più alta densità di impianti a biogas, un presidio importante sul territorio che ha favorito la decarbonizzazione del settore agricolo. Secondo dati dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, infatti, in Italia si è registrata una diminuzione delle emissioni di gas serra negli ultimi 25 anni pari al 17,5%. L'agricoltura ha avuto un ruolo importante con un decremento del 13,4%. 

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