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Caro carburanti. Allarme nell’autotrasporto: “Rischio di tensioni incontrollate”

where Roma when Lun, 14/02/2022 who roberto

Unatras scrive al governo chiedendo risposte concrete già dall’incontro fissato per il 17 febbraio prossimo

Nel settore dell’autotrasporto sciopero.jpgmonta la rabbia, e il nuovo rincaro dei carburanti è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. A lanciare l’allarme sono le associazioni nazionali dell’autotrasporto che, unite sotto la sigla Unatras, hanno scritto una lettera piena di preoccupazione al Governo, al quale chiedono di andare “oltre l’indifferenza”, dando risposte concrete già dall’incontro fissato per il 17 febbraio prossimo.
 
Si va verso lo sciopero?
“Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso. Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate”, avvertono le associazioni. “C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare - spiega Unatras, che ha più volte aperto al dialogo - . La situazione è allarmante. Tanto che la nostra Presidenza ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi”. “Migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti, che negli ultimi mesi ha viaggiato ‘a mille’ e non accenna a placarsi – spiegano le associazioni – . Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, infatti riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende”.
 
La beffa per chi ha investito nella sostenibilità
“Se non ci saranno interventi rapidi e decisi diventerà più conveniente, per gli autotrasportatori, spegnere i motori invece di continuare a lavorare in perdita”. L’allarme di Roberto Tegas, vicepresidente nazionale Confartigianato Trasporti e presidente di Confartigianato Firenze e Toscana Trasporti, arriva in giorni critici per il settore a causa del continuo aumento dei costi dei carburanti. La beffa più grande, soprattutto per chi lavora nei centri storici e in città d’arte come Firenze, è per chi ha investito nella sostenibilità, rinnovando la propria flotta a beneficio dell’ambiente (è il caso dei mezzi bifuel a metano) e adesso non rientra delle spese”.
 
Le proposte di Unatras
Unatras ricorda che oltre l’80% delle merci in Italia viaggia su gomma e chiede un intervento urgente che stemperi la tensione favorendo le condizioni per una soluzione dei problemi attraverso: provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal ‘tesoretto’ che ha incassato il Fisco sull'Iva pagata per le accise; previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l'aumento del gasolio; ripubblicazione aggiornata da parte del MIMS dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori; apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore, per un’analisi approfondita che affronti in particolare l’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, le semplificazioni burocratiche e la revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.

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