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​La Cina torna a esportare prodotti petroliferi, ma le raffinerie sono in crisi (ancora per poco)

where Pechino (Cina) when Lun, 14/04/2014 who michele

I grandi gruppi stanno riducendo gli investimenti, ma il settore sta ripartendo con gli impianti minori

La Cina è tornata a essere, per la prima volta in oltre quattro anni, esportatore netto di prodotti raffinati, secondo i dati delle dogane cinesi. In marzo le esportazioni di prodotti petrolchimici sono cresciute del 3,4% su base annua, a 650mila barili al giorno, mentre le importazioni sono calate del 25%, a 560mila barili, il punto più basso dall'agosto 2012.
È la terza volta, in dieci anni, che la Cina è esportatore netto di prodotti petroliferi: l'ultima volta è stato nel gennaio 2010, ma nel corso dei prossimi due anni gli analisti di Citi pensano che le esportazioni continueranno a ritmo sostenuto anche nel resto del 2014 e per tutto il 2015 a causa di un aumento dei volumi di prodotti raffinati e del contemporaneo crollo nei consumi di carburanti, al livello più basso degli ultimi venti anni, nel 2013.
A marzo, le importazioni di greggio hanno toccato i valori più bassi degli ultimi cinque mesi, a 5,54 milioni di barili al giorno, con un calo del 7,8% su base mensile, e inferiore alla media di importazioni del primo trimestre, a 6,06 milioni di barili al giorno.
Secondo uno studio dell'International Energy Agency, nei prossimi anni il segmento della raffinazione è destinato a crescere non solo in Cina, ma anche in India e Medio Oriente. Protagonisti di questa fase di espansione saranno i piccoli stabilimenti, le cosiddette “teapot refineries”, che cresceranno di dimensioni fino ad acquisire un ruolo sempre più importante sui mercati globali.
Al contrario in questo momento il settore della raffinazione in Cina sta vivendo un momento di difficoltà, con molti gruppi stranieri, tra cui Bp e Shell, che stanno ridimensionando i loro piani di investimento, mentre i gruppi locali stanno posticipando o addirittura annullando progetti già approvati. La domanda continuerà a rimanere bassa, secondo le stime di Cnpc, il maggiore gruppo petrolifero cinese, al di sotto della quota di produzione: entro il 2020, la produzione giornaliera dovrebbe toccare i 15,7 milioni di barili, mentre la domanda interna sarà di poco superiore ai 13 milioni di barili al giorno.
 

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Operaio al lavoro in raffineria cinese
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