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I conti del petrolio. Nel 2020 Shell ha perso quasi 22 miliardi di dollari

where Roma when Lun, 08/02/2021 who roberto

All’origine il calo del petrolio e le svalutazioni legate alla crisi innescata dal Covid-19. Solo un anno fa aveva registrato un utile di quasi 16 miliardi

Maxi-perdita per Royal Dutch shell.jpgShell nel 2020 a causa della pandemia. Il gigante petrolifero con sede in Olanda ha chiuso lo scorso anno con un rosso di 21,7 miliardi di dollari, sotto il peso del crollo delle quotazioni del petrolio e delle svalutazioni legate alla crisi innescata dal Covid-19. Nel 2019 Shell aveva registrato un utile di 15,8 miliardi. Il prezzo del petrolio è caduto a minimi storici nella scorsa primavera con l’inizio della pandemia, che ha causato un crollo dei consumi, finendo anche in territorio negativo a inizio aprile. Le quotazioni si sono poi riprese, tornando verso 50 dollari, ma restano ancora sotto i livelli di inizio 2020.
 
I conti del gruppo hanno risentito dello shock della pandemia soprattutto nel secondo trimestre, chiuso con enormi svalutazioni, che avevano comportato una perdita netta nei tre mesi di oltre 18 miliardi di dollari. Nel terzo trimestre i conti sono tornati in utile, ma sono ripiombati in rosso nel quarto, con una perdita di 4 miliardi, ancora una volta a causa di svalutazioni. La perdita annuale di Shell supera anche quella annunciata dalla concorrente britannica Bp, che lo scorso anno è andata in rosso per 20,3 miliardi di dollari. Shell si mostra prudente sull’inizio del 2020, vedendo ancora un impatto negativo sulla domanda di idrocarburi per effetto della pandemia. La società prevede per altro un aumento del dividendo interinale nel primo trimestre dell’anno a 0,1735 dollari per azione, il 4% in più rispetto al quarto trimestre 2020. Shell ha lanciato una profonda ristrutturazione per adattarsi al calo delle quotazioni del petrolio e per rendere più sostenibili le sue attività, con l’obiettivo di arrivare alla “carbon neutrality” entro il 2050. Il piano passa per una drastica riduzione dei costi e prevede la soppressione di 7.000-9.000 posti entro il 2022.

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