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La Corte dei conti fa le pulci all’Eni: deve tagliare i costi

where Roma when Lun, 03/11/2014 who redazione

Servono efficaci politiche per la semplificazione e razionalizzazione dei processi e per snellire la struttura organizzativa, atte a determinare significative riduzioni dei costi

Sulle prospettive dell’Eni pesano le incertezze relative alla debole crescita in Europa e ai rischi delle economie emergenti. Lo scrive la Corte dei conti nella relazione sulla gestione finanziaria per l'esercizio 2013. La Corte sollecita il nuovo management dell'Eni a tenere nella dovuta considerazione i fattori di debolezza (riduzione dei ricavi, plusvalenze da dismissioni che hanno giovato all'utile 2013, limitate prospettive di crescita in Europa, situazione sociale e politica dei Paesi produttori, calo della domanda ed eccesso di offerta), “anche attuando efficaci politiche per la semplificazione e razionalizzazione dei processi e per snellire la struttura organizzativa, atte a determinare significative riduzioni dei costi”.
Nel piano d’investimento è prevista una generazione di cassa di 20 miliardi l'anno. Secondo la Corte dei conti, l'Eni ha una struttura organizzativa ampia ed articolata. Nel 2013 hanno lavorato per l'Eni 82.289 persone (il 67,5% all'estero) con un incremento di 4.451 lavoratori rispetto al 2012 (+5,7%). La società prevede di mantenere il leverage tra il 10% e il 30%, usando questa flessibilità per assorbire le fluttuazioni temporanee del prezzo del petrolio, dei mercati e dei risultati di business e ha in programma investimenti per 56,8 miliardi per il periodo 2013-2016, con un incremento di 1,6 miliardi rispetto allo stesso periodo del piano precedente, soprattutto con gli sviluppi previsti in Mozambico.
I risultati 2013 “riflettono le complessità dello scenario”. L'utile operativo adjusted di 12,62 miliardi e l'utile netto adjusted 4,43 miliardi, in riduzione di circa un terzo rispetto ai corrispondenti valori del 2012, “sono da ricondursi a fattori geopolitici - rileva la relazione della Corte dei conti - che hanno causato una perdita di produzione di circa 110mila barili al giorno (-5% rispetto al 2012), alla contrazione dei margini sulle vendite di gas, energia elettrica, carburanti e commodity chimiche (in parte assorbita dalle azioni di ristrutturazione) ed al crollo della redditività di Saipem”.
Nell'esercizio 2013 la produzione di idrocarburi dell'Eni è stata di 1,619 milioni di barili al giorno, in riduzione del 4,8% a causa di interruzioni straordinarie in Libia, Nigeria e Algeria, i cui effetti sono stati in parte compensati dagli avvii di nuovi giacimenti e dalla crescita dei campi avviati; le riserve certe di idrocarburi a fine anno si sono attestate a 6,54 miliardi di barili, con un tasso di rimpiazzo organico del 105%, la vita residua è di 11,1 anni; le vendite di gas naturale sono state di 93,17 miliardi di metri cubi, con una riduzione del 2,3% sul 2012.
Tuttavia l’Eni ha conseguito nel 2013 un utile netto, in aumento del 23%, pari a 5,2 miliardi e ha realizzato un flusso di cassa della gestione operativa di 11 miliardi.