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La Corte Ue dà ragione al Governo Monti: poteva ridurre gli incentivi al fotovoltaico

where Bruxelles when Lun, 15/07/2019 who roberto

La Corte di Giustizia europea è intervenuta su una causa avviata da due società che realizzarono nel 2011 degli impianti di fotovoltaico a terra

È legittima la normativa italiana che mario-monti.jpgpermette di ridurre o azzerare dei precedenti incentivi finanziari all'energia prodotta da impianti solari fotovoltaici. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue riferendosi al caso che ha coinvolto le società Agrenergy e Fusignano Due, operanti nel settore della costruzione, gestione e manutenzione di impianti di produzione da fonti rinnovabili.
 
La Corte ha motivato la sua decisione affermando che, in linea di principio, “il diritto dell'Unione non osta alla menzionata normativa italiana” e che la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili non obbliga gli Stati membri ad adottare dei regimi di aiuti finanziari per promuovere l'uso di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili”. Inoltre, fatte salve le verifiche del giudice nazionale, la normativa italiana “sembra ricollegare la possibilità di ottenere gli incentivi a vari fattori, tra cui il mancato azzeramento dei fondi”. Di conseguenza, le imprese “non potevano ragionevolmente ritenere di avere comunque diritto ad ottenere degli incentivi di una certa entità”. Ecco perché i principi del legittimo affidamento e della sicurezza giuridica “non paiono essere stati violati”.
 
I fatti - Nel corso del 2011 le società hanno realizzato degli impianti fotovoltaici a terra suscettibili di beneficiare degli incentivi previsti dal decreto del 5 maggio 2011 del ministero dello sviluppo economico. Quindi, con ricorso al Tar Lazio, avevano lamentato che, dal primo semestre del 2012, tali incentivi erano stati negati dal Gestore dei servizi energetici a causa dell'azzeramento della disponibilità economica. Il ministero dello sviluppo economico nel luglio 2012 (guidato da Corrado Passera nell’allora Governo di Mario Monti) aveva ridotto notevolmente le risorse finanziarie destinate agli inventivi, sicché il Gestore dei servizi energetici aveva ammesso gli impianti in questione a nuovi incentivi inferiori a quelli precedenti. Le società hanno chiesto quindi al Tar l'annullamento del decreto ministeriale del 2012 e, in virtù del principio del legittimo affidamento, l'applicazione degli incentivi previsti dal precedente decreto del 2011, in quanto i loro impianti avevano titolo per accedervi.
 
Il Tar ha però respinto i ricorsi, ricordando, tra l'altro che, secondo la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, “il regime di sostegno agli impianti fotovoltaici è solo una delle possibili modalità con cui gli Stati possono raggiungere gli obiettivi di produzione di energia rinnovabile previsti dalla Comunità europea”.  Su questo, il Consiglio di Stato, giudice di ultimo grado davanti al quale pendono attualmente le cause, ha chiesto alla Corte di giustizia se la direttiva, anche alla luce del generale principio di tutela del legittimo affidamento e dell'obiettivo generale di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, consenta ad uno Stato membro di disporre la riduzione o, financo, l'azzeramento degli incentivi in precedenza stabiliti.

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