torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Dopo il referendum. Il risultato e i commenti delle parti coinvolte

where Roma when Lun, 18/04/2016 who michele

Il ministro Galletti: le compagnie dovranno smantellare le piattaforme che non vengono più utilizzate

piattaformatrivellazioneoffshore.jpgEcco il risultato definitivo diffuso dal Viminale per il referendum popolare sulle “trivelle”, cioè sul quesito relativo alla durata delle concessioni per i giacimenti in mare già in corso di sfruttamento alla distanza massima di 12 miglia dalla linea di costa.  Gli elettori con diritto al voto sono 50.675.406; coloro che hanno espresso il voto (comprese le schede mandate per posta dai residenti esteri) sono stati 15.806.788, pari al 31,19%. Il quorum del 50% più un voto non è stato raggiunto.
I sì sono stati 13.334.764, pari al 85,84%, e i no 2.198.805, pari al 14,16%. Modesto il numero di schede bianche, 104.420 (0,66%), nulle 168.138 (1,06%) e contestate e non assegnate, 663.
Per saperne di più, il nostro “speciale referendum” – Clicca qui per leggere il nostro “speciale” sul referendum

Un cenno alle polemiche – In seguito all’esito del voto ci sono stati scambi indiretti di battute fra il presidente del Consiglio Matteo Renzi – il quale ha preferito astenersi dal voto – e il presidente della Puglia, Michele Emiliano, attivissimo nella propaganda referendaria. Polemiche ha suscitato un messaggio su Twitter inviato da Ernesto Carbone, personaggio in vista del Pd, il quale ha corredato i suoi messaggi di esultanza per l’esito del referendum usando la parola “ciaone” (cioè “un grande ciao” agli sconfitti): l’intervento irridente ha indispettito entrambi gli schieramenti.
Sull’esito del referendum ecco una selezione di alcuni dei commenti più interessanti fra le innumerevoli dichiarazioni di questi giorni.

I “vincitori”: Miceli della Filctem Cgil - “Si è voluto sottoporre a referendum il tema di una ulteriore accelerazione della fase di transizione energetica e questa scelta è stata sconfitta dall'esito della consultazione”: a dirlo è Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, alla luce dei dati sull'affluenza nella consultazione referendaria. “Ora si apra sul serio  il confronto di merito sulla Strategia Energetica Nazionale: probabilmente sarà necessario discutere della politica energetica in sede europea. Comunque è una bella giornata per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, anche dell'indotto, che così potranno guardare con maggiore tranquillità alla propria prospettiva e a quella delle loro famiglie”.

Gli “sconfitti”: il Comitato del Sì - Il Comitato Vota Sì “ringrazia i milioni di italiani che sono andati a votare per il Referendum sulle trivelle promosso da 9 Regioni italiane e che hanno espresso la loro opinione sulle politiche energetiche del Paese. Va ricordato che il Governo ha già fatto marcia indietro rispetto allo Sblocca Italia intervenendo nella scorsa Legge di Stabilità per recepire gli altri cinque quesiti del Referendum. Questa è stata una grande vittoria di tutti i comitati e delle associazioni che hanno realizzato questo importante risultato”. Il comitato referendario, al quale hanno aderito decine si associazioni e organizzazioni, aggiunge che “nonostante la campagna di informazione sul Referendum sia stata ostacolata in tutti i modi, nonostante i continui appelli all'astensione da parte del Premier Matteo Renzi, questa campagna referendaria ha acceso un riflettore sulle lobby del petrolio in Italia e sulle scelte energetiche del Paese, e da qui non si potrà più tornare indietro. Il Referendum è una vittoria delle migliaia di cittadini che si sono mobilitati nel corso della campagna con centinaia di iniziative in tutta Italia, con la convinzione che il governo debba abbandonare le fonti fossili e investire da subito in una nuova politica energetica fatta di energie rinnovabili e di efficienza energetica”. greenpeacenotrivvenezia.jpg

Gli “sconfitti”: Greenpeace – Una delle associazioni più attive nella campagna referendaria, promotrice di innumerevoli iniziative efficaci, Greenpeace, ha ringraziato “tutti gli elettori che hanno deciso di esprimersi sul futuro delle politiche energetiche del nostro Paese, finalmente al centro del dibattito pubblico”. Greenpeace prende atto del mancato quorum, osservando però che “a determinare questo risultato hanno contribuito i tempi contratti della campagna referendaria, il rifiuto del governo di indire un Election Day e una strategia politico-mediatica che a lungo ha tenuto sotto silenzio il tema del referendum sulle trivelle. Greenpeace ritiene comunque che la partecipazione alla consultazione non debba essere ignorata”. Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace, aggiunge che “non siamo riusciti a raggiungere il quorum, ma non tutti hanno giocato pulito in questa partita”. Greenpeace, inoltre, ha deciso di dare immediato seguito all’impegno referendario: “La norma che assegna concessioni senza una precisa scadenza, infatti, viola lo spirito e la lettera della Direttiva 94/22/CE, recepita dall'Italia con D.Lgsl. 625/96, secondo la quale l'estensione delle aree costituenti oggetto di autorizzazioni e la durata di quest'ultime devono essere limitate. Greenpeace si appresta quindi a inviare un atto di denuncia alla Commissione Europea”.

Dal Governo: il ministro Galletti –Le piattaforme che non servono, che hanno finito il loro ciclo produttivo, debbono essere smontate a cura e con oneri a carico di coloro che le hanno costruite, quindi dei petrolieri”. Lo dice il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. “Noi stiamo migliorando ancora i controlli soprattutto sulle piattaforme che hanno scarico a mare, lo faremo con maggiore intensità e controlleremo anche se ci sono dei casi, io non ne sono a conoscenza, di piattaforme che non sono più produttive e non sono state smantellate”. Il ministro osserva poi che “questo Governo, da quando esiste e cioè due anni mezzo, non ha concesso una che sia una autorizzazione alle trivellazioni”.

Dal Parlamento: Realacci – Il presidente della commissione Ambiente, della Camera, Ermete Realacci (Pd), commenta con queste parole: “Nonostante l’ampio dibattito che si è sviluppato, la limitatezza e la contraddittorietà del quesito referendario non hanno permesso di avvicinare  il quorum necessario. Mi auguro che il Governo e il Parlamento possano rappresentare e trarre forza dai milioni di cittadini che, al di là di strumentalizzazioni partitiche, hanno chiesto una politica energetica più attenta al futuro, al risparmio energetico, alle rinnovabili, in accordo con gli impegni presi dal nostro Paese per contrastare i mutamenti climatici alla Cop21 di Parigi. Mi auguro anche che le Regioni promotrici del referendum prestino nuova attenzione  alla salvaguardia dei nostri mari ed allo sviluppo del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Con scelte coerenti”.

Clicca qui per leggere il nostro “speciale” sul referendum. 

immagini
Tecnici al lavoro su piattaforma offshore Manifestante no-trivelle di Greenpeace a Venezia
leggi anche: