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​Elementi energetici. Alberto Clò: la bolla del petrolio? Ve la spiego io

where Roma when Lun, 06/04/2015 who redazione

Alcuni degli articoli nel nuovo numero di Elementi, la rivista del Gse

alberto-clo-dc224.jpgAlberto Clò, economista ed esperto di energia, spiega cosi l’attuale bolla petrolifera: “Le cause non sono dissimili da quelle dei passati contro-shock petroliferi (1985-1986, 1997-1999). Ma nel fenomeno di oggi ci sono anche altri fattori. Troppi non hanno compreso dinamiche sottostanti rispetto a quelle più apparenti”.
Lo afferma Clò in uno dei molti articoli di approfondimento contenuti nel nuovo numero di Elementi, il periodico pubblicato dal Gse (Gestore dei servizi energetici).
“Per esempio, da qualche anno l’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia di Parigi, alimenta dubbie aspettative sulla crescita della domanda petrolifera. Nel 2013 ne proiettava un aumento sino a 1,4 milioni barili al giorno per il 2014: una previsione che le imprese prendevano a riferimento per decidere quanto produrre”.

Secondo l’analisi di Clò, l’Arabia Saudita ha deciso di lasciare al libero mercato la fissazione dei prezzi, abbandonando ogni pratica restrittiva dell’offerta. Si è detto che i sauditi non hanno fatto il loro mestiere; sostenere i prezzi. “Negli ultimi quindici anni l’Arabia Saudita ha contenuto la produzione di petrolio per sostenerne i prezzi, a vantaggio non solo proprio ma delle produzioni non convenzionali americane, delle politiche climatiche europee, della competitività delle rinnovabili. Forse che i sauditi avrebbero dovuto tenere alti i prezzi per favorire ulteriormente i produttori statunitensi di shale oil, che sottraevano loro quote di mercato? Avrebbero dovuto assecondare le politiche energetiche che vogliono promuovere le rinnovabili e i biocarburanti? Avrebbero dovuto conservare le loro riserve col rischio di trovarsi con stranded asset difficili da valorizzare? Eppure il non-mercato del petrolio contava sul fatto che l’Opec continuasse a garantire un prezzo minimo sotto il quale non si sarebbe scesi”.

Alla domanda se le fonti rinnovabili così perdano competitività, Clò risponde: “Sulle fonti rinnovabili si fanno spesso calcoli sbagliati. Si legge della raggiunta grid parity del fotovoltaico. In questi calcoli viene comparato il costo del fotovoltaico col prezzo del petrolio (o del correlato metano), mentre andrebbe confrontato col costo del petrolio. Il potere del petrolio non sta tanto nella sua quota sul mix energetico mondiale (35%), ma nel suo vantaggio di costo rispetto a qualsiasi altra fonte”.
C’è eccesso di offerta, capacità inutilizzata, sofferenza per le imprese. In Italia, nel gas come nell’elettricità, le infrastrutture sono il doppio della domanda. “Aumentare la domanda interna, accelerando lo sfruttamento delle nostre riserve di idrocarburi, sarebbe una risposta utile, superando veti spesso ideologici.
 
La rivista Elementi è all’indirizzo www.gse.it

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Alberto Clò
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