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Energie. Per fare concorrenza all’auto elettrica, il petrolio dovrà costare 10 euro al barile

where Parigi (Francia) when Lun, 09/09/2019 who roberto

Lo scenario emerge da una nuova ricerca commissionata da BNP Paribas. L’elettricità da rinnovabili finirà per erodere il 40% delle quote di mercato del petrolio. Exxon fuori dalle 10 blue chips di Wall Street

In futuro non ci sarà più gara tra energie fine-petrolio.jpgfossili e rinnovabili. Le future economie basate sulle energie come l’eolico e il solare renderanno il petrolio sempre meno competitivo sui mercati ai prezzi attuali. L'elettricità generata da fonti rinnovabili finirà per aggiudicarsi il 40% delle quote di mercato del petrolio. A dirlo è una nuova ricerca, commissionata da BNP Paribas. Il costo del petrolio per rimanere economicamente competitivo rispetto ai veicoli elettrici alimentati a batteria dovrà infatti scendere fino a 9 o 10 dollari al barile, contro i circa 60 dollari dello scambio attuale.

Lo studio si concentra sulla capacità di produrre energia sulla base di un investimento di 100 miliardi di dollari, che può essere fatto in petrolio o in energie rinnovabili. In altri termini, ci si chiede: per un dato esborso di capitale in petrolio e fonti rinnovabili, quanta energia utile si ottiene? Le analisi indicano che, a parità di investimento, i nuovi progetti rinnovabili (eolico e solare in particolare), sfruttati per la mobilità elettrica, produrranno energia utile alla ruota superiore di 6 o 7 volte rispetto a quanto possibile con il petrolio a 60 dollari al barile, nel caso dei veicoli a benzina. Per i veicoli a gasolio il rapporto è di 3 o 4 volte.

Per continuare a produrre la quantità di benzina che si è resa necessaria nel 2018, l'industria petrolifera dovrebbe spendere 25 mila miliardi di dollari all'anno per i prossimi 25 anni, mentre per produrre il livello di energia dalle fonti rinnovabili il costo si aggirerebbe tra 4600 e 5200 miliardi di dollari. Nel corso dei prossimi 15 o 20 anni il vantaggio competitivo del petrolio è destinato a diminuire per i costi crescenti per la manutenzione degli impianti e per la necessità di sostituire i pozzi esauriti.

A conferma del declino del petrolio c’è anche il mercato con la storica uscita di Exxon Mobil dalle 10 maggiori società azionarie di Wall Street. Dal 2009 il valore delle major dell’S&P500 è quasi quintuplicato, ma la componente Energy (compagnie petrolifere e dintorni) ha perso quasi un quinto di capitalizzazione, riducendo il suo peso nell’indice dall’11,7% di dieci anni fa ad appena il 4,4% ad agosto, secondo l’aggiornamento mensile appena pubblicato da S&P Dow Jones Indices. E la situazione non è migliorata nel 2019: il settore è a malapena in positivo a Wall Street a fronte di un rialzo di oltre il 15% per il listino principale e nemmeno i rincari del petrolio sono riusciti a dare la scossa.

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