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Eni e Petronas firmano un accordo per unire le attività in Malesia e Indonesia

where Kuala Lumpur when Lun, 23/06/2025 who roberto

Segue la linea giù seguita in Norvegia e Angola. Le parti hanno concordato le valutazioni degli asset da conferire alla nuova società, con una proporzione di 50:50.

Eni e Petronas hanno firmatoeni-petronas.jpg a Kuala Lumpur un accordo quadro che pone le basi per la creazione della nuova società a partecipazione congiunta che gestirà gli asset in Indonesia e Malesia attraverso una business combination. Questo accordo si basa sul memorandum d'intesa esclusiva firmato di recente dalle due società e include i principi chiave dell'accordo tra azionisti. La nuova società sarà costituita e gestita come un'entità finanziariamente autosufficiente e le parti hanno concordato le valutazioni degli asset da conferire alla nuova società, con una proporzione di 50:50.
La nuova business combination sarà strategicamente allineata al modello satellitare di Eni e seguirà quanto già raggiunto con le attività upstream in Norvegia e Angola con la creazione di Var Energy e Azule.

Questa firma rappresenta una tappa fondamentale e segna l'allineamento finale raggiunto da Eni e Petronas sulla valutazione dei rispettivi asset e costituirà la base per gli accordi finali che Eni e Petronas prevedono di firmare entro la fine del 2025, in seguito al completamento della due diligence finanziaria.
Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, si tratta “di un altro passo significativo verso la nuova società che Eni e Petronas hanno concordato di creare in Indonesia e Malesia, generando sinergie in termini di asset, competenze e capacità finanziarie, in un modello di trasformazione che rafforza l'enorme potenziale dei due Paesi. La nuova società avrà un forte impatto locale sulla produzione di gas, apportando energia, infrastrutture e occupazione a beneficio sia dell'Indonesia che della Malesia. La nuova società avrà anche l'opportunità di valorizzare Inoltre un incredibile portafoglio combinato di circa 1.400 miliardi di metri cubi di potenziale esplorativo aggiuntivo a basso rischio".

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