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​Euroconfronto. Fra il 2006 e il 2012 il consumo italiano d’energia cala del 12%

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 24/02/2014 who michele

Ancora più accentuato il crollo della domanda in Lituania, Portogallo, Grecia, Ungheria, Danimarca e Gran Bretagna. Italia maglia nera per dipendenza dall’estero, ma quarta per le rinnovabili. Germania primo consumatore

I consumi energetici dell'Italia sono crollati del 12% tra il 2006 e il 2012, settimo tra i cali più significativi dei Paesi Ue e sopra la media Ue dell'8%.
L'Italia è poi maglia nera per la dipendenza energetica, con un tasso di quasi l'81%, tra i cinque Paesi Ue più energìvori, dove si posiziona quarta per consumi dietro Germania, Francia e Gran Bretagna.
Emerge dai dati Eurostat, secondo cui l'Italia è anche il quarto paese Ue produttore di energia da rinnovabili (10%) dietro Germania, Francia e Svezia.
Tra il 2006 e il 2012 in 24 Paesi Ue su 28 si sono ridotti i consumi energetici, e i cali maggiori sono stati registrati in Lituania (-17,5%), Portogallo (-15,2), Grecia (-14,4), Ungheria (-14,2), Danimarca (-13,9) e Gran Bretagna (-12,2%).
Nel 2012 il tasso di dipendenza energetica a livello Ue è stato del 53%, mentre a livello di energia prodotta nella Ue nucleare e rinnovabili hanno contato per circa la metà (nell’ordine 29% e 22%), contro il 21% di combustibili solidi come il carbone; infine gas e petrolio (10%).
Il consumo interno lordo nella Ue a 28 è salito dall’energia pari a 1,67 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente del 1990 a 1,83 miliardi nel 2006, per poi declinare a 1,68 miliardi nel 2012.
Tra i cinque maggiori consumatori di energia tra i 28, dietro l'Italia che ha il tasso di dipendenza energetica maggiore ci sono la Spagna (73%), Germania (61%) Francia (48%) e Gran Bretagna (42%).
Tra questi vi sono anche i principali produttori di energia Ue, alla cui testa vi è la Francia (17%), seguita da Germania (16%), Gran Bretagna (15%), Polonia (9%) e Olanda (8%).
Nel 2012 Germania e Polonia sono stati i maggiori produttori di combustibili solidi (35% e 29%), la Gran Bretagna di gas (26%), Francia e Germania di energia nucleare (48% e 11%), mentre per le rinnovabili sempre la Germania (19%), poi Francia (12%), Svezia (10%), Italia (10%) e Spagna (8%).
 
 

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