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Il metano russo e l’Ucraina. Federica Guidi: possiamo resistere tre mesi

where Roma when Lun, 06/10/2014 who redazione

Un eventuale blocco delle forniture avrebbe inevitabili conseguenze sui prezzi

Il piano energetico nazionale predisposto per il prossimo inverno mostra delle criticità, ma c'è la sufficiente capacità del nostro sistema di approvvigionamento anche in caso di interruzioni prolungate, anche fino a tre mesi, del gas russo. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, nel corso di un intervento in Senato sull'impatto della crisi ucraina e delle sanzioni fra Ue e Russia.
Il ministro ha poi rilevato che un eventuale stop porterebbe inevitabili conseguenze sui prezzi per la necessità di importazioni da altri Paesi. Le tensioni si sono in parte già evidenziate nel rincaro del 1° ottobre deciso dall’Autorità dell’energia.
“Continueremo a monitorare gli effetti per cercare di alleviarli con misure di sostegno sui mercati alternativi a quello europeo e perché la Ue vari il pacchetto di aiuti già approvato”, ha aggiunto Guidi. “Sia nel G7 che nelle sedi multilaterali l'Italia vigilerà perché non si mettano in atto da parte dei principali concorrenti misure di backfilling tese a sostituire quote di mercato dei prodotti italiani. Importiamo dalla Russia il 49% del nostro fabbisogno di gas (con punte giornaliere del 65%) il 26,1% di quello petrolifero e il 21% del carbonifero. La situazione energetica internazionale è attualmente molto complessa, e caratterizzata da notevole variabilità”.
“Una nota molto positiva viene dagli stoccaggi, in quanto il livello di riempimento degli stoccaggi italiani è alto (al 94% del totale offerto al mercato) e si prevede di raggiungere entro fine ottobre il volume di 11,4 miliardi di metri cubi di stoccaggio commerciale, che si andranno ad aggiungere ai 4,6 miliardi di metri cubi di riserva strategica esistenti”. “C'è una sanzione vera che a Putin farebbe male, ma l'Italia non l'ha ancora adottata nonostante sia nel suo interesse farlo. Questa speciale sanzione consiste nella rinuncia dell'Eni a finanziare pro quota il tratto del gasdotto South Stream che attraversa gli abissi del Mar Nero', ha scritto nei giorni scorsi sul suo blog Massimo Mucchetti, giornalista e presidente della commissione Industria del Senato. “Nella prossima primavera scatta la ricapitalizzazione della società a maggioranza Gazprom, che sarà proprietaria del tubo. L'Eni dovrebbe versare 2 miliardi se vuol conservare la sua attuale quota del 20%. Ma può anche astenersene, lasciandosi diluire fin quasi a zero ed evitando così di fare altri 2 miliardi di debiti”.

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Federica Guidi, ministro dello sviluppo economico