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Mondo trivella. La scienza (e le compagnie) contro il divieto di airgun

where Roma when Lun, 16/03/2015 who redazione

Il Ddl Ecoreati introduce il divieto di fare ricerche petrolifere in mare. Insorgono gli scienziati

Il Ddl Ecoreato approvato dal Senato, e ora al vaglio finale della Camera, ha introdotto su iniziativa di alcuni parlamentari siciliani dell’area di centrodestra il divieto di usare la tecnologia dell’airgun per fare i rilievi del sottofondo del mare alla ricerca di giacimenti.
L’airgun è un dispositivo che spara nell’acqua del mare una cannonata d’aria compressa; la rifrazione delle onde sonore consente di leggere gli strati profondi della crosta terrestre. Viene usato anche per studio (il Mediterraneo è una zona altamente sismica e abbiamo diversi enormi vulcani sommersi, come il vulcano Marsili al largo della Calabria). Si teme però che questa tecnologia, usata in tutto il mondo, possa disturbare i cetacei, assai sensibili ai rumori del mare.
L’obiettivo del divieto di utilizzo dell’airgun è mirato a impedire lo sfruttamento dei giacimenti nazionali di petrolio.

logosgitras530.pngInsorge la Società Geologica Italiana; in un comunicato dice che allora bisogna vietare anche le altre e ben peggiori fonti di rumori sottomarini, come “l’utilizzo di battipalo per costruzioni marittime, sonar militari a frequenze basse e intermedie, sonar ad alta frequenza (ecoscandagli)”.
Secondo la Società Geologica Italiana, “l’esplorazione geofisica dei fondali marini e dei sedimenti e delle rocce sottostanti viene svolta oramai da decenni in tutto il mondo con diversissime finalità: non solo per ricerche di idrocarburi o a scopi militari, ma anche con scopi prettamente legati ad attività della pesca, alla realizzazione di costruzioni marittime (ad esempio le aree portuali) e a scopo di ricerca scientifica, svolta in Italia da istituti di ricerca come il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’Ogs (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) e da numerose Università”. È ormai prassi consolidata, ad esempio durante le attività di esplorazione geologico-geofisica dei fondali marini, la presenza di biologi marini esperti per osservazioni sulla presenza di cetacei e l’interruzione dei lavori in caso di loro avvistamento, oppure l’inizio delle energizzazioni con basse potenze (il cosiddetto “soft-start”), oppure ancora il divieto di svolgere tali attività in specifici periodi dell’anno; inoltre, in tutto il mondo alcune aree marine protette sono interdette alle attività, tramite divieti ristretti nel tempo e nello spazio ma, come già espresso, nessuno Stato ne ha vietato totalmente il suo utilizzo.

“È palese dunque che il divieto di utilizzo dell’airgun - dicono i geologi - produrrebbe gravi danni allo sviluppo delle geoscienze e in particolare allo sviluppo delle conoscenze della struttura crostale italiana, come per esempio il riconoscimento di faglie sismogenetiche ed altre informazioni fondamentali sia per la protezione civile che ambientale. Equiparare la tecnica della sismica a riflessione ad un ecoreato quale la dispersione di sostanze inquinanti è scientificamente sbagliato e fuorviante. Non è colpendo la ricerca in generale che si attua una seria politica al fine di indurre le industrie ad operare in modo doverosamente rispettoso dell’ambiente”.

Con una lettera intervengono anche alcune delle maggiori istituzioni scientifiche. ”Le emissioni di aria compressa in mare sono utilizzate da decenni per analizzare la struttura del sottosuolo tramite la tecnica della sismica a riflessione: sono l’unica o quantomeno la migliore possibilità che l’uomo ha per ricostruire la natura della crosta terrestre. Un’applicazione di questa metodologia e proprio la tecnica ecografica utilizzata oramai in qualsiasi ospedale e che notoriamente non ha controindicazioni, dato che non vengono emesse radiazioni o immesse sostanze tossiche. Lo stesso vale per le acquisizioni di sismica a riflessione in mare o in terra”, protestano le istituzioni scientifiche Cirm, Cnr, Conisma, Infn, Ingv, Ispra, Ogs, Eage Seg, Sgi e Stazione Zoologica Anton Dohrn.

“Siamo certi che Governo e Parlamento faranno una adeguata riflessione e tutte le considerazioni necessarie sulla necessità di rivedere la criminalizzazione dell'airgun, tecnologia non solo indispensabile all'identificazione delle risorse del sottosuolo, ma anche fondamentale per il mondo della ricerca e per lo sviluppo della conoscenza scientifica della terra”. Ad affermarlo in una nota è Assomineraria, che si dice fiduciosa che le autorità competenti “sapranno correggere un provvedimento frettolosamente approvato dal Senato senza che, come certificano i presidenti degli enti di ricerca, sia stato chiesto alcun parere al riguardo agli organismi tecnici dello Stato”.

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