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​Mondo trivella. Studio Rie: giacimenti e territorio possono crescere insieme

where Bologna when Lun, 23/03/2015 who redazione

Secondo Assomineraria, l’Emilia-Romagna leader nello sfruttamento degli idrocarburi, nel turismo e nell’agricoltura di qualità è un modello da seguire

assomineraria111.jpgLe attività legate al territorio e quelle inerenti all’estrazione di idrocarburi possono convivere. Queste le conclusioni dello studio del Rie pubblicato nel 2014 “La Coesistenza tra idrocarburi, agricoltura, pesca e turismo”, in seguito al quale è stato elaborato - sotto la guida del professor Alberto Clô - un quaderno di approfondimento sull’Emilia-Romagna. In occasione della presentazione di questo lavoro Assomineraria, in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna, ha organizzato a Bologna un workshop di approfondimento su questa regione “simbolo”, sia per la valorizzazione delle risorse del sottosuolo che per i prodotti e i servizi di ottima qualità offerti dal territorio.

Concentrare la discussione relativa al binomio territorio-idrocarburi nel contesto emiliano-romagnolo nasce dall’esigenza di studiare le relazioni possibili tra i settori proprio nella regione in cui è nata l’industria petrolifera e hanno sede le imprese d’eccellenza nella fornitura dei beni e servizi strumentali alle attività upstream e dove, allo stesso tempo, esistono antiche e radicate tradizioni pescherecce, sono in continua crescita le presenze turistiche e soprattutto si concentra la maggior parte delle produzioni Dop e Igp del Paese.

Il presidente di Assomineraria-Idrocarburi Pietro Cavanna e il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini hanno aperto i lavori. “Il settore degli idrocarburi - ha affermato Marchesini - ha un peso di grande rilievo in Emilia-Romagna, che vale un quarto della produzione oil&gas italiana e, se si considera solo il gas, quasi il 50 %. Oggi possiamo affermare, sulla base degli studi svolti dopo il sisma dai maggiori esperti del settore (Commissione Ichese) e, soprattutto, sulla base delle sperimentazioni svolte nel Laboratorio di Cavone, che le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi non hanno avuto né hanno alcuna relazione con gli eventi sismici. Se vogliamo continuare a vivere in una società che per funzionare ha bisogno di energia e di infrastrutture, dobbiamo guardare al futuro, nel rispetto della massima sostenibilità, senza cedere a facili allarmismi o posizioni di retroguardia. L’obiettivo di produzione di energia rinnovabile al 2020 è fissato al 17%, per cui l’83% deve derivare da altre fonti: se non vogliamo continuare ad importare energia da Paesi stranieri a costi esorbitanti, non possiamo sprecare le risorse presenti nel nostro territorio”.

Il presidente del settore Idrocarburi di Assomineraria Pietro Cavanna ha sottolineato che “l’associazione ha iniziato questo importante percorso con il Rie sul rapporto del settore dell’oil&gas e quello di agricoltura, pesca e turismo attraverso idee interessanti - alcune delle quali già messe in atto - sullo sviluppo di sinergie possibili, in particolare nel settore ittico, come accade in diversi paesi europei. L’Emilia-Romagna in particolare è la dimostrazione della armoniosa convivenza tra i settori e soprattutto della potenzialità di sviluppo legata alle eccellenze industriali riconosciute a livello internazionale. È per questo che ci aspettiamo fermamente che la nostra attività possa agire e continuare a svilupparsi nel pieno rispetto della sicurezza e della tutela ambientale.

Lisa Orlandi e Clô hanno illustrato il lavoro di analisi del Rie, partendo dalle origini dell’industria mineraria in Emilia-Romagna e descrivendo in maniera puntuale gli esempi di coesistenza tra settore upstream e Apt già presenti sul territorio e mediamente migliori rispetto ad altri territori privi di attività estrattive”.
A parere delle imprese petrolifere, il rilancio delle attività in questa regione - e in particolare la realizzazione degli investimenti riguardanti il bacino Adriatico - potrebbe portare a un raddoppio della produzione, soprattutto di gas. In questo modo, dice lo studio del Rie, si registrerebbe un aumento del contributo alla riduzione del deficit energetico e alla fiscalità, un contenimento della bolletta energetica nazionale per 2,6 miliardi di euro l’anno, significative ricadute economiche e occupazionali positive e crescita delle imprese locali di beni e servizi. Tutto questo è possibile senza ostacolare i settori di agricoltura, pesca e turismo, attuando ulteriori linee d’azione sinergiche tra i due settori - come accade in molti paesi europei - ed evitando la delocalizzazione delle attività e degli investimenti in altre aree geografiche.

Come ha precisato il professor Clô, “l’Emilia-Romagna è un’opportunità da non perdere sia dal punto di vista dello sviluppo minerario che industriale, non solo a livello locale ma soprattutto a livello nazionale“.
La tavola rotonda ha coinvolto istituzioni, scienziati, stakeholder, imprese, sindacati con l’obiettivo di discutere lo sviluppo e la crescita della regione, anche a valle delle decisioni conseguenti ai terremoti del 2012 in merito ai quali è stata provata la totale estraneità delle attività petrolifere presenti nelle zone analizzate (Campo di Cavone, provincia di Modena).

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