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Ma nemmeno Taffo! Imprese funebri: il caro energia inciderà anche sul costo delle cremazioni

where Roma when Lun, 12/09/2022 who roberto

Prezzi in aumento per una pratica in forte aumento anche in Italia. Le richieste alla politica di Federcofit, la Federazione del comparto funerario italiano

“L’aumento del costo dell’energiacremazione.jpg si riverserà inevitabilmente sul settore dei servizi funebri e inciderà nell’imponente crescita del numero delle cremazioni in tutta Italia”. È quanto denuncia Federcofit, la Federazione del comparto funerario italiano, in un documento che è stato inviato ai partiti e ai leader politici nazionali in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
 
La crescita esponenziale
Da anni, infatti, il ricorso alla cremazione è in crescita esponenziale: nel 2021 nel nostro Paese sono state effettuate in totale oltre 290mila cremazioni, in aumento rispetto alle 277mila del 2020, che posizionano l’Italia al quarto posto in Europa dopo la Gran Bretagna, la Germania e la Francia. E il dato è in continua crescita. “Ma i clamorosi aumenti delle bollette”, rileva il presidente Cristian Vergani, “condizioneranno i prezzi delle cremazioni a carico delle famiglie mentre, in caso di un ritorno ai metodi di sepoltura tradizionali, si corre il rischio che molti cimiteri non siano preparati ad assorbire le richieste di loculi e tombe”. La federazione propone dunque un intervento dello Stato a favore delle famiglie, che “vanno sostenute senza colpo ferire” e delle imprese del settore, che potrebbero subire un pericoloso contraccolpo economico a causa dell’aumento dei costi delle materie prime.
 
Le richieste del settore
Il documento di Federcofit affronta anche altre questioni cruciali per il settore dei servizi funebri. Innanzitutto, l’urgenza di una legge nazionale che regolamenti questo comparto, ancora fermo al DPR 285/90 risalente ad oltre trent’anni fa. Altra richiesta di Federcofit alla politica è quella che riguarda la necessità di un sostegno da parte dello Stato alle imprese del settore, “che negli ultimi 15-20 anni hanno realizzato centinaia di strutture funebri, le cosiddette ‘case funerarie’, con investimenti di centinaia di milioni”. La federazione evidenzia inoltre che, in epoca di pandemia, le imprese funebri “hanno sempre operato e garantito il servizio anche in assenza di protezioni, portando empatia alle famiglie colpite dal lutto in così tragiche circostanze”, ma che la risposta dello Stato “è stata il totale disconoscimento dell’azione e dei meriti della categoria in frangenti così difficili”. Infine, Federcofit chiede la definizione di processi formativi e di nuove figure professionali, che in tutte le regioni “devono essere le stesse, certificate dalla stessa formazione e assunte con lo stesso contratto collettivo”.

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