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Numeri. Per l’Istat in calo i consumi di luce e gas

where Roma when Lun, 16/11/2015 who redazione

Il teleriscaldamento rallenta. Consumi elevati di elettricità a Cagliari e Olbia, dove non c'è metano 

Il consumo di energia elettrica per uso domestico diminuisce del 7,3% nel 2014 (1.056 chilowattora pro capite, inferiori al livello del 2000), dopo il calo quasi analogo registrato l'anno precedente (-7,2% sul 2012). Anche il consumo per utenza (2.069 chilowattora) mostra lo stesso trend negli ultimi due anni (-5,1% in entrambi gli intervalli). Lo afferma l'Istat nel report 2014 “Qualità dell'ambiente urbano, fattori di pressione”.

I consumi pro capite segnano i valori più elevati tra i capoluoghi del Centro, in media 1.110 chilowattora per abitante; scendono a 1.038 al Nord e a 1.032 chilowattora per abitante nel Mezzogiorno, con contrazioni maggiori dove i livelli di consumo sono più alti (-9,3 al Centro, -7,4 e -5,3% rispettivamente nelle altre ripartizioni).
I consumi più elevati si rilevano in alcuni capoluoghi della Sardegna (dove non è presente la rete del gas metano), in particolare a Cagliari e Olbia (circa 1.460 chilowattora per abitante). Seguono Aosta insieme a Sassari, Carbonia e Oristano. In fondo alla graduatoria si posizionano Terni, Foggia, Andria, Trento e Matera (sotto gli 880).

contatorielettrici.jpgI consumi di energia elettrica diminuiscono in tutti i capoluoghi, con le eccezioni di Brescia e Vicenza (+4,1 e +2,4% sul 2013). A Roma e Torino le contrazioni più consistenti (superiori al 10%), ma nel complesso dei grandi comuni, dove il livello medio di consumo è più elevato, si rileva un calo più accentuato rispetto alle altre città, soprattutto al Nord.
I consumi totali di gas metano delle città, che rappresentano circa il 30% delle quantità consumate nell'intero Paese, risultano in leggera crescita nel 2013 (+1,2%, contro -5,9% in media Italia) ma si riducono sensibilmente nel 2014 (-14,3%), scendendo al di sotto dei 10 milioni di m3.

I livelli del consumo pro capite di gas per uso civile (in media 439 m3 per abitante) sono fortemente differenziati sul territorio (616 m3 per abitante al Nord, 396 al Centro e 201 nel Mezzogiorno); anche tra le grandi città del Nord i consumi pro capite sono mediamente più elevati, mentre nel Mezzogiorno quelli più bassi caratterizzano proprio i grandi comuni.
In testa all'ordinamento (oltre i 900 m3 per abitante) si collocano Varese e Vercelli; sopra gli 800 m3 pro capite Pavia e, tra i grandi comuni, Padova e Bologna.

Un inverno più mite ha ridotto anche i volumi di gas richiesti dal teleriscaldamento, tecnologia che consente un più efficiente utilizzo delle fonti energetiche e che viene adottata da un numero crescente di comuni. Nel 2014 il teleriscaldamento serve poco più di un milione di abitanti (+4,3% in un anno), il 5,6% della popolazione dei capoluoghi di provincia. Nel corso del 2014 Udine si è aggiunta al gruppo delle 34 città (nel 2008) che utilizza questa tecnologia, e la volumetria complessivamente servita dagli impianti passa da 203 a 206 milioni di m3 (+1,7% sull'anno precedente). Una crescita più consistente (+3%) interessa la componente residenziale (la volumetria servita cresce da 132 a 136 milioni di m3 nel 2014), che in media rappresenta circa due terzi degli impieghi complessivi. Questa tipologia di impianto è particolarmente diffusa nei capoluoghi del Nord (utilizzata da più del 60% delle città), al Centro è presente solo in cinque città mentre risulta assente nel Mezzogiorno.

I comuni del Nord rappresentano da soli circa il 98% delle volumetrie servite: considerando i valori pro capite, che risultano in crescita rispetto al 2013, la volumetria totale è di 26,5 m3 per abitante e quella residenziale di 17,4 m3; al Centro i valori non raggiungono il metro cubo per abitante e sono in leggero calo. Le città con i più elevati impieghi sono Brescia, che storicamente utilizza il teleriscaldamento (205,3 di volumetria complessiva e residenziale che incide per il 54,3%), Mantova (rispettivamente 111,8 m3 per abitante e 56,3% di impiego residenziale), Torino, Cremona e Reggio nell'Emilia (tutte con volumi superiori a 60 m3 per abitante, e netta prevalenza dell'utilizzo residenziale nella prima).

Il fotovoltaico totale attribuibile alle amministrazioni comunali (in termini di potenza, poco meno di 108 MW nel 2014), rappresenta mediamente il 4,1% di quello installato sul territorio dei capoluoghi. Sono otto le città dove la potenza complessivamente installata supera i 30 kW ogni mille abitanti: Novara, Gorizia e Lucca (soprattutto su edifici produttivi), L'Aquila (prevalentemente su edilizia residenziale), Salerno (con un parco fotovoltaico di proprietà comunale), Lanusei, Ascoli Piceno e, tra le grandi città, Bologna.

Oltre al consolidato impiego delle tecnologie solari (78 comuni dichiarano nel 2014 di aver installato pannelli solari termici, per un'estensione media pari a 1,6 m2 ogni 1.000 abitanti, in crescita del 3,6% rispetto al 2013) e alle produzioni idroelettriche (gestite in proprio da 5 comuni), le amministrazioni si avvalgono anche di altre tecnologie per la produzione o per l'utilizzo eco-sostenibile dell'energia: 29 hanno installato pompe di calore ad alta efficienza, 20 possiedono impianti a biomasse o biogas, tre città impianti eolici (Savona, Verona e Pisa), e altre tre geotermici (Trento, Potenza e Palermo).

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Consumi elettrici
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