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​Nuovo allarme del’Unione petrolifera: raffinerie a rischio chiusura e accise altissime

where Roma when Lun, 14/07/2014 who michele

Il presidente Gilotti al Parlamento dice che sono in pericolo gli approvvigionamenti e anche gli impianti più efficienti rischiano lo stop. In pochi anni sono state chiuse sei raffinerie in Italia

Il sistema della raffinazione petrolifera in Italia “non è più sostenibile e tutte le raffinerie sono a rischio chiusura, anche le più efficienti”. Lancia l'allarme il presidente dell'Unione petrolifera Alessandro Gilotti secondo cui “il pericolo più grande è aumentare la nostra dipendenza dalle forniture estere non solo di greggio ma anche di prodotti finiti (benzina e gasolio), con grave rischio per gli approvvigionamenti del nostro Paese”.
In Italia, ha riferito Gilotti in un'audizione in Senato, “siamo passati dalle 16 raffinerie del 2008 alle attuali 12, con un taglio del 14% della capacità di raffinazione e la perdita di migliaia di posti di lavoro”. Ma il settore non è ancora in equilibrio e gli impianti lavorano intorno al 70% della loro capacità.
L'Up chiede, tra l'altro, di allungare i tempi delle bonifiche e di prevedere l'accesso agli aiuti di Stato per gli investimenti ambientali.
Il presidente dell’Unione petrolifera ha aggiunto che nel periodo 2015-2018, in forza di leggi già approvate dal Parlamento, le accise sui carburanti aumenteranno di circa 1,5 miliardi.
Gilotti ha chiesto di emendare l'articolo 19 del Dl Competitività che prevede altri aumenti nel periodo 2019-2021, per un totale di oltre 450 milioni. “Dal 2011 a oggi la tassazione sui carburanti è cresciuta in misura esponenziale e ormai rappresenta circa il 60% del prezzo finale. Il prezzo alla pompa della benzina in Italia è attualmente più alto di 14 centesimi euro al litro rispetto alla media dei paesi dell'area euro, di cui 13 centesimi dovuti alle maggiori tasse”; quello del gasolio è attualmente più alto di 24 centesimi euro al litro, di cui 22 centesimi dovuti alle maggiori tasse”.
Al netto della componente fiscale, i prezzi dei carburanti sono pressoché in linea con la media europea, ha concluso Gilotti.
“Alla lista degli aumenti delle accise sui carburanti dal 2011 a oggi, ben 11, rischia di aggiungersene un dodicesimo, il secondo del Governo Renzi che pure aveva promesso di non inasprire la pressione fiscale”. È la denuncia di Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia che in una nota sottolinea: “Se non sarà cambiata dal Senato la norma di copertura di cui all'articolo 19 del decreto legge 91/2014 (Modifiche alla disciplina ACE- aiuto crescita economica) che determina nuovi aumenti di accisa, i consumatori vedranno salire il conto delle accise che li attende da qui al 2021 ad oltre due miliardi di euro, più Iva”. Assopetroli aggiunge inoltre che la disposizione contenuta nel dl competitivà 91/14 “per come è congegnata, pone la responsabilità della decisione di incrementare le accise non più nell'alveo delle responsabilità e della sensibilità della politica ma la affida alla singola persona fisica individuata nel direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che non potrà, anche volendo, non dare attuazione agli aumenti di accisa dettati dalla legge. Infatti non si tratta di una clausola di salvaguardia, che seppur minima lascia una speranza che le accise non aumentino, ma di un nuovo sostanzioso aumento di accisa programmato e non eludibile. Così facendo la politica rinuncia alle sue responsabilità e al suo ruolo”.
 
 

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Presidente Unione Petrolifera
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