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Il petrolio della Basilicata. Un gruppo di lavoro del Minambiente

where Roma when Lun, 23/05/2016 who michele

Il ministro Galletti alla Camera risponde ad alcune interrogazioni. Il contributo dei carabinieri del Noe

tempa-rossa-basilicata.jpg“In considerazione della forte preoccupazione per le comunità interessate e le diverse istituzioni titolate, nel rispetto delle indagini in corso, ho già richiesto al Noe, Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, di fornirmi ogni possibile elemento utile per le conseguenti iniziative ministeriali di prevenzione e minimizzazione degli eventuali impatti anche potenziali, nonché di contestazione relativamente ai diversi profili della vicenda in argomento”. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo a un'interrogazione in commissione Ambiente alla Camera sulla vicenda petrolio, ambiente, lavoro in Basilicata, osservando che tra le proposte di un gruppo di lavoro creato ad hoc c'è “assicurare la partecipazione del ministero al procedimento penale, anticipando l'intervento sin nella fase di eventuale incidente probatorio annunciato da Eni, anche al fine di acquisire tutte le perizie tecniche e i documenti utili”.
“Su mia indicazione - ha proseguito Galletti - è stato costituito uno specifico gruppo di lavoro, a cui hanno partecipato il comandante del comando generale dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, due rappresentanti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), e le competenti direzioni generali del ministero dell'Ambiente”.
Tra le proposte iniziali del gruppo: assicurare la partecipazione del ministero, anche avvalendosi dell'Ispra, al procedimento penale, anticipando l'intervento sin nella fase di eventuale incidente probatorio annunciato da Eni, anche al fine di acquisire tutte le perizie tecniche e i documenti utili del caso, per le ulteriori, necessarie valutazioni.

In tal senso il gruppo di lavoro ha convenuto sull'opportunità di attivare l'avvocatura distrettuale dello Stato e mettere a disposizione un rappresentante del ministero che assicuri una costante presenza ai lavori. Inoltre - ha spiegato Galletti - è stato proposto di “procedere operativamente sollecitando la Regione Basilicata” e “invitando l'Ispra ad effettuare monitoraggi e controlli più estesi ed approfonditi sui corpi idrici che potrebbero essere stati danneggiati, includendovi per scrupolo anche il lago del Pertusillo, gravitante nell'area; approfondire la problematica della qualificazione dei rifiuti speciali pericolosi e non, alla luce dell'esame di quanto emerso dall'attività investigativa del Noe circa i codici Cer”.
A monitorare gli sviluppi, per “valutare ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie”, ci penserà il ministero del Lavoro.

Galletti ha ricordato che “ sono in corso accertamenti ispettivi, iniziati prima delle attuali vicende giudiziarie che hanno portato alla sospensione dell'attività produttiva, nei confronti di otto aziende operanti nell'indotto”. Poi, il ministro ha fatto presente che “lo stabilimento Eni del centro Oli Val d'Agri occupa attualmente 270 lavoratori, mentre l'indotto occupa circa 1969 lavoratori; i dati si riferiscono a 94 aziende e riguardano contratti di lavoro di durata superiore a 30 giorni. Inoltre, relativamente al 2014, 2015 e 2016 sono state sottoscritte convenzioni tra le aziende dell’indotto e l’Osservatorio paritetico territoriale Val d’Agri riguardanti 972 lavoratori dipendenti (compresi gli apprendisti). Tali convenzioni - ha aggiunto il ministro - prevedono l’erogazione di circa 1000 euro lordi ai lavoratori dell’indotto e rispondono alle rivendicazioni salariali per l’equiparazione dei trattamenti tra lavoratori in forza all’Eni e lavoratori dell’indotto”. Mentre, rispetto ai problemi legati al “fermo degli impianti, sono 8 le società e 312 i dipendenti interessati al trattamento di Cassa integrazione guadagni ordinaria sulla base del criterio della rotazione”.

“L’audizione del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, è stata insoddisfacente". Lo scrive in una nota l’onorevole Mirella Liuzzi (M5S), a margine dell’audizione in Commissione Ambiente. Secondo la deputata pentastellata, "l’inquinamento delle falde acquifere in Basilicata è il problema ambientale principale della regione, tema trattato oggi dal Ministro solo marginalmente. Eppure il M5S, con numerosi atti parlamentari, ancor prima dello scandalo trivellopoli, ha sempre posto in evidenza la gravità della situazione lucana, dell’inquinamento dell’invaso del Pertusillo, di quello prodotto Centro Oli e da tutte le attività petrolifere fortemente inquinanti. Le risposte ricevute dall’esecutivo sono state “sempre imbarazzanti”. La Val d’Agri smaltisce ogni anno un milione e mezzo di rifiuti petroliferi. Le centraline dell’Arpa Basilicata non hanno funzionato per mesi per mancanza di fondi, così come è emerso dalla visita ispettiva di poche settimane fa della Commissione parlamentare sui rifiuti in Basilicata. La Procura sta indagando sui dati che risulterebbero alterati".

"La risposta del Governo non può bastare: non è sufficiente costituire un tavolo di lavoro presso il Ministero dell’Ambiente per monitorare lo stato delle cose nella vicenda petrolio della Basilicata". Lo sostiene Cosimo Latronico, parlamentare del gruppo Conservatori e Riformisti, in merito alla risposta ricevuta dal ministro Galletti. Secondo il parlamentare lucano, "le accuse degli inquirenti sono gravissime perché riguardano il comportamento dell’Eni ed il presunto mancato rispetto dei codici ambientali, oltre che il mancato funzionamento del sistema dei controlli a partire da quelli in capo all’Agenzia regionale per la protezione ambientale”.

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Impianto petrolifero Tempa Rossa Basilicata
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