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​Quelli del petrolio. La bolletta energetica a 44,2 miliardi (-11,8 miliardi)

where Roma when Lun, 22/06/2015 who michele

Frenano tutte le fonti, tranne le rinnovabili. Pesa la flessione dei consumi di energia (-3,8%), insieme al calo delle quotazioni, specie quelle del petrolio: -9%

La bolletta energetica in Italia è scesa nel 2014 a 44,25 miliardi di euro dai 56,093 del 2013: si tratta di un risparmio di oltre 11,8 miliardi di euro. Emerge dalla relazione annuale dell'Unione Petrolifera illustrata dal presidente Alessandro Gilotti durante l’assemblea dell’associazione delle imprese del downstream petrolifero.alessandrogilotti.jpg
La flessione dei consumi di energia (-3,8%), insieme al calo delle quotazioni delle fonti energetiche (in particolare del petrolio -9%), hanno prodotto nel 2014 un deciso ridimensionamento della fattura energetica italiana, mentre il cambio euro-dollaro, essendo rimasto praticamente invariato in media annua (+0,3%) vi ha contribuito marginalmente.

Il peso della fattura energetica sul pil nel 2014, rileva Up, è stato pari al 2,7% rispetto al 4% del 2012, contro una media dell'1,4% negli anni '90: le incidenze più elevate sono state registrate nel periodo 1980-85, mediamente pari al 5,2%.
Fra le fonti che hanno rilevato i maggiori decrementi rispetto all'anno precedente c'è la spesa netta per l'approvvigionamento del gas, passata da 20,4 a poco più di 15 miliardi di euro (-26%) che, con circa 5,3 miliardi di euro in meno, dopo il petrolio, ha rappresentato il maggior risparmio sulla spesa energetica.

In Europa - In Europa i consumi di energia al 2030 tenderanno a stabilizzarsi, sebbene su un mix diverso che premierà in particolare il gas naturale, destinato a diventare la prima fonte con un peso del 26-28%, seguito dalle rinnovabili con un 21-27%. Il petrolio, complessivamente, è destinato a vedere ridotto sensibilmente il suo peso fino al 23-26% rispetto all'attuale 32%, ma resterà essenziale nel settore trasporti.

Secondo l'Up, il petrolio risulterà fondamentale nel guidare la transizione verso un'economia “de-carbonizzata”, che è l'obiettivo dell'Unione europea al 2050. La domanda di energia nei trasporti in Europa al 2030 sarà infatti soddisfatta dai prodotti petroliferi raffinati in una misura compresa tra il 72 e l'84% del totale (oggi è intorno al 92%), tra i quali resteranno significativi quelli di gasolio, che ha visto crescere la sua quota sino al 62% rispetto al 42% del 1990, mentre la benzina scendere sino al 29% rispetto al 54% precedente.

Le diverse fonti - Il carbone è sceso del 4,9% e il petrolio dell'1,8%. In crescita, invece, le importazioni nette di energia elettrica e le rinnovabili (+4,5%). Allargando lo sguardo a livello globale, il presidente dell'Up Alessandro Gilotti ha rilevato che "il 2030 è un orizzonte temporale non troppo lontano che suscita molte attese" e "per rispondere alla forte crescita attesa della popolazione mondiale (8,5 miliardi di persone, +20%) e del Pil (+90%), avremo bisogno di molta energia: il 40% in più rispetto a oggi, che dovremo riuscire a produrre e consumare in maniera sempre più sostenibile".
 
 

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Presidente Unione Petrolifera
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