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Petrolio che cambia. Unione Petrolifera: la fattura del 2020 potrebbe calare di quasi 10 miliardi

where Roma when Lun, 12/10/2020 who roberto

Il presidente Spinaci ha detto all’assemblea annuale che il calo non deriva solo dalle minori quantità importate, ma anche dall’aumento della produzione nazionale

La fattura petrolifera potrebbe barili-petrolio.jpegridursi quest’anno di 9,7 miliardi di euro rispetto allo scorso anno. Lo ha detto il presidente dell'Unione Petrolifera, Claudio Spinaci, durante l'Assemblea annuale dell'associazione, spiegando che la riduzione della fattura deriva non solo dalle minori quotazioni e quantità importate, ma anche dalla ripresa della produzione nazionale di greggio (1,3 miliardi di euro di risparmio).  Per il 2020, la domanda di energia a livello globale "dovrebbe essere inferiore del 6% rispetto allo scorso anno, il calo più forte registrato negli ultimi 70 anni", ha quindi aggiunto indicando dati Aie.
 
Il peso del fisco - Attualmente in Italia i prezzi dei carburanti - ha spiegato - "al netto delle tasse sono inferiori alla media" della zona euro, ma il maggior costo alla pompa per gli automobilisti italiani "è interamente dovuto alla componente fiscale", con un "extra costo di oltre 4 miliardi di euro rispetto ai consumatori dell'area euro". Spinaci ha precisato che il maggior onere fiscale è ora pari a 11 centesimi euro/litro per la benzina e 14,6 centesimi per il gasolio.
 
La reazione dell’Assoconsumatori
- "Al di là del confronto europeo, che ora lascia il tempo che trova, visto il crollo record della domanda registrato in Italia per via del lockdown, è assolutamente vero che in Italia si pagano troppe imposte sui carburanti" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Secondo i dati settimanali del ministero dello Sviluppo Economico pubblicati di recente, a fronte di un prezzo medio pari 1,388 euro al litro per la benzina, 0,979 euro, pari al 70,5%, se vanno tra accise e Iva, mentre a fronte di un prezzo al litro di 1,263 euro per il gasolio, 0,845 euro, il 66,9%, se ne vanno in imposte. Una percentuale bulgara decisamente inaccettabile".

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