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Petrolio. Ecco i possibili impatti sul mercato e sulla Russia dopo il crollo del Brent

where Milano when Lun, 16/03/2020 who roberto

L’analisi di East Capital prevede prezzi in calo per qualche mese. Per superare questa debolezza occorrerebbero un accordo tra Russia e Arabia, stimoli globali e uno stop alla produzione di shale oil

Lunedì scorso il prezzo del Brent è calatopetrolio.jpg del 30%, in quella che è di fatto la più grande flessione giornaliera dalla guerra del Golfo. Attualmente il Brent viene scambiato intorno ai 37 dollari al barile. Di seguito gli impatti sui mercati dell'energia e sulla Russia secondo l’analisi di East Capital.
 
Impatto sui mercati dell’energia
Il mancato accordo tra i membri dell’OPEC+ e l’annuncio da parte dell’Arabia Saudita di una vendita di 12,3 milioni di barili al giorno in aprile, un aumento di 2,5 milioni rispetto al mese di febbraio, porterà a un surplus che si tradurrà molto probabilmente in almeno qualche mese di prezzi molto deboli, intorno ai 30-40 dollari al barile.
 
I principali fattori che potrebbero far tornare il petrolio al di sopra di questi livelli – si legge nell’analisi - sono tre:
1. Un accordo tra Russia e Arabia Saudita per un taglio della produzione, che avrebbe un immediato effetto positivo. Riteniamo tuttavia piuttosto improbabile (<50%) uno sviluppo di questo tipo, dato che la Russia non ama essere messa alle strette e può sopportare con relativa tranquillità alcuni mesi di prezzi così bassi.
2. Una "ripresa a V" per l'economia globale dal coronavirus guidata da stimoli globali. Questo potrebbe verificarsi, e chiaramente c'è molta domanda repressa. Tuttavia, rimaniamo cauti visto il drammatico aumento dei casi al di fuori della Cina e riteniamo che i tempi e l'entità di tale ripresa non siano ancora chiari per il momento.
3. Un crollo della produzione di scisto negli Stati Uniti. Questo è l'argomento più discusso dai media, anche se probabilmente ci vorranno alcuni mesi prima che questo sia visibile nei dati, a causa dell’hedging del prezzo del petrolio tra i produttori di scisto e dal lead-time di circa 3 mesi. Vale la pena di notare che, a causa dell'enorme crescita della produzione, se non si effettuasse alcuna trivellazione nel 2020, la produzione petrolifera statunitense diminuirebbe di 4-4,5 milioni di barili al giorno entro la fine dell'anno, con il mercato che si troverebbe quindi a fronteggiare un deficit significativo. Un ulteriore aspetto positivo del crollo del prezzo del petrolio di scisto sarebbe la minore produzione di gas associato e quindi l'aumento dei prezzi del gas, anch'essi sotto pressione negli ultimi tempi, con i prezzi spot del GNL (Gas naturale liquefatto) che sfiorano i minimi record di 3 dollari per mmbtu.
 
Nel medio-lungo termine questi sviluppi sono positivi per i mercati dell'energia, in quanto probabilmente infliggeranno un colpo permanente all'industria dell’olio di scisto USA e si tradurranno in una ulteriore riduzione della spesa in conto capitale per il petrolio a livello mondiale. Questo avviene in un momento in cui i colossi del petrolio stanno comunque riducendo in modo significativo gli investimenti a causa della pressione degli investitori ESG e delle preoccupazioni rispetto alla domanda. Pertanto, East Capital si aspetta mercati petroliferi molto più sani dal 2021, e il nostro scenario di base è che vedremo prezzi del petrolio pari a 50 dollari al barile entro il 2021 e probabilmente più alti negli anni successivi. Riteniamo che questo sarebbe infatti il livello necessario per garantire a livello globale una produzione sufficiente a soddisfare la domanda, che continuerà a crescere almeno per i prossimi cinque anni
 
Impatto sulla Russia
L’attuale prezzo del petrolio – 37 dollari al barile – è assolutamente gestibile per la Russia. Il 9 marzo il Ministero delle Finanze ha dichiarato che le riserve sono sufficienti a coprire il deficit di bilancio delle entrate legate a petrolio e gas per 6-10 anni a fronte di un prezzo del petrolio compreso tra i 25 e i 30 dollari al barile, con riserve liquide attualmente al 9,2% del PIL. Inoltre, c'è il potenziale per una significativa ripresa del prezzo del petrolio nel 2021, poiché questi tagli porteranno ad un mercato petrolifero notevolmente più sano a medio termine.
Dalla chiusura di venerdì, le azioni russe hanno registrato una flessione di circa il 10% in dollari. Il rublo si è indebolito di quasi il 5% rispetto al dollaro, arrivando a un cambio di 72 a 1. Per contestualizzare tali movimenti, è importante guardare prima di tutto all'economia nel suo complesso.  Dall'ultima correzione del prezzo del petrolio e del rublo nel 2014, l'economia russa è diventata notevolmente più resiliente.

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