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Petrolio. Eni, nel trimestre ancora rosso da mezzo miliardo. Shell, utile tagliato dell’80%

where Roma when Lun, 02/11/2020 who roberto

Per la compagnia italiana la perdita netta da 500 milioni di euro segue il passivo di 4,4 miliardi del secondo trimestre, mentre nei primi nove mesi la perdita netta ammonta a 7,84 miliardi

Ancora un trimestre in rosso per Enishell-eni.jpg, in un anno funestato dall'emergenza Covid, che ha affossato la domanda di carburanti. Il colosso energetico italiano archivia il periodo luglio-settembre con una perdita netta di 500 milioni di euro, dopo un passivo di 4,4 miliardi nel secondo trimestre, mentre nei primi nove mesi la perdita netta ammonta a 7,84 miliardi. Il risultato netto adjusted è poi negativo per 150 milioni nel trimestre e di 810 milioni nei nove mesi. Per quanto riguarda la produzione di idrocarburi, si contrae nel trimestre del 10% a 1,7 milioni di boe/giorno. Tuttavia gli analisti, come quelli di Ubs, Bernstein e Goldman Sachs, evidenziano nei loro report la "forte performance" di Eni nei settori dell'Exploration&Production, con numeri che si sono rivelati migliori delle stime in una fase di grande difficoltà.
 
Utile crollato, ma dividendo in aumento
È andata meglio al gruppo petrolifero olandese Royal Dutch Shell, che ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 489 milioni di dollari, mentre l'utile rettificato si è attestato a 955 milioni di dollari (-80% rispetto al terzo trimestre del 2019). Nello stesso periodo, si legge in una nota della società, il fatturato del gruppo si è attestato a 44,72 miliardi di euro. In virtù dei risultati conseguiti nel trimestre, che sono inferiori a quello dello stesso trimestre del 2019 ma migliori rispetto alle previsioni di mercato, Royal Dutch Shell ha annunciato un aumento del 4% del suo dividendo trimestrale.
 
Repsol, perdita da 94 milioni
Anche il gruppo petrolifero spagnolo Repsol ha subito una perdita netta di 94 milioni di euro nel terzo trimestre, principalmente a causa degli effetti della pandemia globale. Il risultato è comunque migliore di quello registrato nel secondo trimestre, quando la perdita si era attestata a 1,9 miliardi di euro. L'utile netto rettificato ha raggiunto i 7 milioni di euro nel terzo trimestre. Nei primi nove mesi del 2020 la perdita netta è stata di quasi 2,6 miliardi di euro, per effetto della revisione al ribasso del valore delle rimanenze e di quello delle attività di esplorazione e produzione. Il gruppo ricorda di aver lavorato in un ambiente di estrema difficoltà, con un forte calo dei prezzi del petrolio e del gas e un "calo storico della domanda nel mondo".
 
Descalzi (Eni): siamo resilienti
"Risultati penalizzati dall'effetto combinato della recessione economica causata dal Covid-19, che ha ridotto la domanda energetica, e dalle condizioni di over supply di petrolio, gas e prodotti", ha spiegato l’azienda nel rendere pubblici i conti, che registrano comunque un utile operativo adjusted di 540 milioni, "in significativo miglioramento rispetto alla perdita del secondo trimestre", ma il confronto anno su anno (-75%) rimane penalizzato "dallo scenario ancora recessivo".
L'amministratore delegato, Claudio Descalzi, sottolinea che "di fronte a una crisi di dimensioni storiche, Eni ha dato prova di grande resilienza e flessibilità", spiegando che nel trimestre, a fronte di un calo di circa il 30% dei prezzi di petrolio e gas, e del 90% dei margini di raffinazione, "abbiamo conseguito ottimi risultati superando nettamente le aspettative del mercato". Per cui "i risultati conseguiti ci fanno guardare con fiducia alla ripresa della domanda, mentre continuiamo a perseguire il programma di transizione energetica". Guardando avanti, il gruppo si definisce quindi "ben posizionata per superare l'attuale downturn del mercato grazie alla resilienza del portafoglio di asset Oil&Gas a contenuto break-even ed alla solida situazione patrimoniale".

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