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Il petrolio in Italia. La “bolletta” dell’Italia sale del 24% a 34 miliardi

where Roma when Lun, 18/12/2017 who roberto

Preconsuntivo dell’Unione petrolifera: i consumi energetici (161,8 Mtep) sono saliti del +0,6%, con la crescita del gas (+6,6%) prima fonte di energia italiana. Cresce la domanda nel mondo

Secondo il Preconsuntivo dell’Unione petroleumbig.jpgpetrolifera, nel 2018 la fattura petrolifera, con uno scenario di prezzo del greggio che dovrebbe mantenersi tra 55 e 65 dollari, oscillerà tra i 17 e i 21 miliardi, mentre quella energetica tra i 34,6 e i 39,3.

I consumi di energia in Italia sono stati pari a 161,8 Mtep - milioni di tonnellate equivalenti petrolio -(+0,6%), con la consistente crescita del gas (+6,6%) che, con un peso del 38,3% sul totale dei consumi, rafforza la propria posizione di prima fonte di energia italiana: complessivamente le fonti fossili hanno coperto poco oltre l'80% della domanda totale, contro l'85% del 2010.

In forte crescita la richiesta di energia elettrica sulla rete (+1,7% nei primi dieci mesi), spinta in particolare da motivi climatici: alla copertura ha contribuito in maggior misura il gas, mentre le rinnovabili hanno risentito fortemente della siccità (idrico -12%). I consumi petroliferi sono invece tornati sotto la soglia dei 59 milioni di tonnellate (-1,1%): il gasolio si conferma il principale prodotto petrolifero.

Alla base del recupero dei prezzi registrato nel 2017, ha spiegato il presidente dell'associazione dei petrolieri Claudio Spinaci, c'è stato "sicuramente" l'accordo Opec-non Opec siglato alla fine dello scorso anno da 24 Paesi, per un taglio complessivo alla produzione i 1,8 milioni di barili al giorno, recentemente prorogato fino alla fine del 2018. Una misura che ha fatto tornare il greggio sopra i 60 dollari al barile, con una media annua di 54,2 dollari, 11 in più rispetto al 2016.

Non hanno avuto una particolare incidenza, invece, le diverse tensioni geopolitiche registrate nel Medio Oriente, "a conferma del cambiamento del mercato che non teme più crisi considerate locali, essendo l'offerta di greggio ormai globale". L'offerta mondiale è quindi aumentata in misura modesta, mentre la domanda ha sfiorato i 98 milioni di barili grazie alla corsa della Cina, ma anche a un risveglio da parte dell'Europa.

L'aumento dei prezzi, rileva ancora l'Up, ha invertito la tendenza negativa degli investimenti in esplorazione e produzione, che nel 2017 sono aumentati del 6%, dopo due anni consecutivi di tagli: si tratta però di investimenti che restano inferiori del 41% rispetto ai livelli del 2014 e comunque in ulteriore riduzione per la parte esplorazione. A livello mondiale il petrolio si conferma comunque la prima fonte di energia.

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