Ma il petrolio non era finito? Brasile e Libia aumentano la produzione. E l’Iran svolta
In Brasile la produzione di greggio cresce del 16,6% ad agosto; la Libia ha annunciato la ripresa delle attività di esplorazione nell’offshore ed è stata completata la perforazione all’interno del bacino della Sirte; l’Iran ha scoperto 10 trilioni di piedi cubi di gas naturale nel giacimento di Pazan. Intanto Eni con KazMunayGas ha discusso dello sviluppo del giacimento di petrolio e gas condensato di Karachaganak.
Dal Sudamerica, al Nord Africa
, dal Nord Europa al Medio-Oriente: l’interesse globale per petrolio e gas non accenna a diminuire. Aumenta la produzione in Brasile nel suo giacimento più grande, ma anche nell’offshore libico, mentre l’Iran scopre un megagiacimento di gas che potrebbe risolvere parte dei suoi problemi energetici. A seguire un rapido giro del mondo.
Il Brasile cresce
La produzione di petrolio in Brasile ha registrato in agosto un aumento del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, raggiungendo 3,9 milioni di barili al giorno. Merito in gran parte del giacimento di Buzios, situato nel bacino di Santos nel Sud del Brasile, che ha superato per la prima volta il giacimento Tupi come campo più produttivo del Brasile. Lo riferisce l'Agenzia nazionale del petrolio, gas naturale e biocarburanti (Anp), secondo cui il risultato è dovuto al graduale declino di Tupi e all'entrata in funzione di nuove unità produttive a Buzios. Il campo, gestito da Petrobras in consorzio con le cinesi Cnooc e Cnodc, dispone attualmente di sei piattaforme operative, a cui a breve se ne aggiungerà un'altra con capacità di 180mila barili al giorno.
In Libia riprende l’offshore
La compagnia petrolifera libica (Noc) ha annunciato la ripresa delle attività di esplorazione nell'area D (offshore) da parte di Eni North Africa, al largo della costa nord-occidentale della Libia, blocco 16/4, dopo una pausa di cinque anni. Le operazioni sono riprese nel pozzo C1-16/4 le cui attività di perforazione erano state interrotte nel 2020 a seguito della pandemia di Covid-19, ha riferito la Noc. Il pozzo esplorativo è situato nell'area contrattuale D, nota precedentemente come MN41, a circa 90 chilometri dalla costa libica e a 15 chilometri dal giacimento di gas di Bahr Essalam.
Ancora in Libia, la compagnia libica Waha Oil ha annunciato di aver completato la perforazione del suo primo pozzo orizzontale nel giacimento di al-Bayda, all’interno del bacino della Sirte, cuore della produzione energetica libica. Il pozzo, denominato Q123H, ha registrato un flusso iniziale di circa mille barili di greggio al giorno. Un pozzo orizzontale, a differenza di quello tradizionale verticale, prosegue lateralmente all’interno dello strato roccioso che contiene il greggio, aumentando così la superficie di contatto con il giacimento e la capacità di estrazione. Questa tecnologia consente di migliorare la produttività riducendo il numero di perforazioni necessarie e contenendo i costi.
Iran scopre gas
L’Iran ha scoperto 10 trilioni di piedi cubi di gas naturale nel giacimento di Pazan situato nel sud del paese. Lo ha annunciato il ministro del Petrolio Mohsen Paknejad. La scoperta è avvenuta dopo una pausa di 8 anni nelle attività di esplorazione del giacimento, secondo quanto dichiarato da Paknejad all’agenzia di stampa del ministero Shana. "Questo giacimento contiene 10 trilioni di piedi cubi di gas, e se consideriamo un tasso di recupero del 70% possiamo raggiungere 7 trilioni di piedi cubi," ha affermato Paknejad. Il ministro ha osservato che le riserve appena scoperte potrebbero contribuire a risolvere gli squilibri di gas esistenti in Iran nei prossimi anni. Nonostante detenga la seconda più grande riserva di gas naturale al mondo, l’Iran affronta sfide di approvvigionamento durante i mesi di alta domanda, poiché la maggior parte della sua produzione viene consumata internamente o persa.
Eni a Karachaganak
Il presidente di KazMunayGas, Askhat Khassenov, e il direttore upstream di Eni, Luca Vignati, hanno discusso dello sviluppo del giacimento di petrolio e gas condensato di Karachaganak durante il Forum Kazenergy a Astana. Lo riferisce l’agenzia di stampa Trend. I colloqui hanno riguardato l’espansione del progetto. In settembre la produzione di petrolio nel giacimento kazako si è registrata una diminuzione, scendendo a 200mila barili al giorno, rispetto ai 264.300 barili di agosto. Il giacimento di Karachaganak, scoperto nel 1979 e uno dei più grandi al mondo, si estende per oltre 280 chilometri quadrati nel Kazakhstan occidentale, ed è gestito tramite Karachaganak Petroleum Operating, con Shell ed Eni come co-operatori.
Var Energi aumenta la produzione a Gjoa in Norvegia
Var Energi, società energetica quotata a Oslo e controllata da Eni, ha annunciato un aumento della produzione e dei volumi recuperabili dal giacimento norvegese di Gjoa, in seguito all'avvio del progetto a bassa pressione di Gjoa. Il progetto ha modificato i sistemi di compressione sulla piattaforma Gjoa, consentendo ai pozzi di produrre più a lungo e a velocità più elevate, aumentando i volumi recuperabili rimanenti. La produzione del giacimento di Gjoa è aumentata di 6mila barili di petrolio equivalente al giorno, passando da 35mila a 41mila barili di petrolio equivalente al giorno. Inoltre, i volumi recuperabili rimanenti sono aumentati complessivamente di 6,3 milioni di barili, con un incremento di circa il 25%.



