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Piano Strategico Snam al 2026: investimenti per 10 miliardi su decarbonizzazione e digitalizzazione

where San Donato Milanese (Mi) when Lun, 23/01/2023 who roberto

Accelerazione sugli investimenti per la sicurezza e la transizione energetica; Investimenti e principali target al 2026 +23% rispetto al piano 2021-2025

Il Consiglio di Amministrazionesnam.jpg di Snam ha approvato il piano strategico 2022-2026 presentato dall’amministratore delegato Stefano Venier. Snam è attiva lungo tutti e tre i pilastri del trilemma energetico con una strategia che si articola su: investimenti nell’infrastruttura del gas lungo l’intera catena del valore (l’acquisto e la messa in esercizio di due FSRU, il potenziamento e l’ottimizzazione del sistema di stoccaggio, il rafforzamento della Linea Adriatica, lo sviluppo di GNL di piccola taglia – midstream – e l’ampliamento delle reti di stazioni a GNL-bioGNL e in prospettiva a idrogeno); sviluppo dei gas verdi (idrogeno e biometano) e il contributo alla decarbonizzazione dei consumi attraverso misure di efficienza energetica e la tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage); digitalizzazione e ottimizzazione degli asset e dei processi industriali.
 
Piano 2022-2026
Snam  nel piano 2022-2026 metterà in campo investimenti totali per 10 miliardi di euro con un incremento del 23% rispetto al piano 2021-2025 (8,1 miliardi di euro).  Di questi, 9 miliardi di euro sono destinati all’infrastruttura del gas. In particolare: 6,3 miliardi di euro sul trasporto (rispetto a 5,4 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Linea Adriatica e l’applicazione della nuova metodologia per la valutazione dello stato di salute degli asset per le sostituzioni di rete; 1,3 miliardi di euro per l’ampliamento e il rinnovo dei siti di stoccaggio (rispetto a 1,2 miliardi del precedente piano); 1,4 miliardi di euro destinati al GNL, con un significativo aumento riconducibile all’acquisto dei due rigassificatori galleggianti e ai relativi investimenti infrastrutturali.
Gli investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’infrastruttura di Snam per il trasporto e lo stoccaggio sono realizzati in un’ottica di “H2 asset readiness”, mentre proseguono le attività di certificazione sulla rete esistente che prevede di raggiungere i 3.000 km entro il 2026, da 750 km del 2022, e le verifiche su stoccaggi, stazioni di compressione e sistema di misura.
Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1 miliardo di euro. Tra i gas verdi, il biometano è quello allo stadio di sviluppo più avanzato e disponibile in tempi brevi. Gli investimenti in biometano nel piano 2022-2026 ammontano a circa 550 milioni di euro e prevedono oltre 100 MW di impianti in esercizio entro il 2026 (con una produzione attesa pari a circa 200 milioni di metri cubi). Ad oggi, Snam si è costruita una solida piattaforma in questo segmento con circa 40 MW di impianti di biogas e biometano operativi a fine 2022 e ha rafforzato il ruolo di sviluppatore su scala industriale.  Nell’orizzonte di piano, sono previsti 100 milioni di euro di investimenti nell’idrogeno anche con il supporto dei fondi del PNRR, per contribuire a preparare l’ecosistema nazionale all’utilizzo dell’idrogeno.
 
Cattura CO2
Come confermato anche da report recenti di IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e IEA (International Energy Agency), la CCS (Carbon Capture and Storage) è considerata una tecnologia necessaria al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione a livello globale e Snam vi destina circa 120 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano. Come principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di molecole, Snam gode di una posizione unica per trasferire questa esperienza al trasporto e stoccaggio della CO2 e punta a far leva sulle partecipazioni in aziende come la britannica Storegga con progetti di CCS nel Regno Unito e l’anglo-irlandese DCarbonX, specializzata nello stoccaggio di molecole per supportare la decarbonizzazione. Lo scorso mese di dicembre Snam ha sottoscritto un accordo con Eni per lanciare il primo progetto di CCS in Italia che prevede la cattura della CO2 dall’impianto Eni di Casalborsetti per essere iniettata in un giacimento esausto nel mare Adriatico, al largo di Ravenna. Un progetto propedeutico agli ulteriori sviluppi a favore delle industrie hard-to-abate della Pianura Padana. Sull’efficienza energetica e la generazione distribuita, dove Snam opera attraverso Renovit (partecipata anche da Cassa Depositi e Prestiti, CDP), sono previsti circa 200 milioni di investimenti nel periodo 2022-2026.
 
Decarbonizzazione
L’impegno di Snam per il raggiungimento del target di neutralità carbonica al 2040 resta solido anche in un contesto estremamente sfidante, dettato dalle importanti variazioni di assetto industriale e dalle modifiche dei flussi di trasporto del gas nel Paese. Nel corso del 2022, Snam ha intrapreso azioni nell’immediato, per far fronte al nuovo scenario, sempre con una prospettiva di lungo termine. In particolare, è stato aggiornato il piano di sostituzione delle stazioni di compressione con tecnologia dual-fuel, dando priorità ai macchinari che portano gas da Sud a Nord. Proseguiranno, inoltre, le azioni per ridurre le emissioni di metano (-43% nel 2022 rispetto al 2015, in linea con il piano e con gli obiettivi UNEP, United Nations Environment Programme) e cresce l’impegno sulle emissioni legate allo Scope 3: circa il 30% delle nostre gare è stato assegnato tramite processi che hanno previsto criteri ESG e la maggior parte delle nostre partecipate estere ha già definito obiettivi di decarbonizzazione.
 
Partecipazioni
Un ulteriore elemento di creazione di valore è rappresentato dal portafoglio di partecipate, a cui si è recentemente aggiunta la partecipazione nel corridoio Sud con l’Algeria, composto da TTPC e TMPC, che sono state raggruppate in cluster per riflettere il loro ruolo rispetto agli obiettivi strategici di breve e medio-lungo periodo.
Del primo gruppo fanno parte gli asset definiti “Value Enhancers” dell’infrastruttura nazionale, ovvero quelli con una connessione alla rete Snam in Italia e che contribuiscono a circa il 60% dei proventi netti da partecipate previsto al 2026. La francese Teréga, la britannica Interconnector e l’emiratina Adnoc sono definite come “Enablers” di opzionalità del business: non hanno un collegamento con la rete italiana di Snam ma offrono visibilità sul mercato, così come opportunità di business e possibilità rispetto ad evoluzioni di portafoglio. Infine, sono presenti partecipazioni come Italgas e ITM Power, che possono rientrare in una logica più opportunistica.
 
Visione al 2030
Si prevede possano essere oltre 20 miliardi di euro le opportunità di investimento nel periodo 2022-2030 per: la prosecuzione delle attività di sviluppo, mantenimento, ammodernamento, decarbonizzazione e digitalizzazione delle nostre infrastrutture; il completamento della Linea Adriatica e lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggio (+15% con Alfonsine);  lo sviluppo della “Italian Hydrogen Backbone” tramite repurposing dell’infrastruttura (reti e stoccaggio) per sostenere la domanda nazionale di green gas ed esportare gli ulteriori volumi disponibili da produzione nazionale e/o import.

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snam