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La Russia chiede all’Arabia un taglio all’estrazione di petrolio in cambio di armi

where Mosca (Russia) when Lun, 01/02/2016 who michele

Produzione di greggio a tutta forza dai giacimenti russi per resistere ai prezzi bassi, ma la strategia comincia a cedere

Un taglio delle estrazioni quotidiane di petrolio pari al 5% dei volumi per ogni paese produttore. È quanto ha proposto l'Arabia aleksandrnovak.jpegSaudita, secondo quanto dichiarato dal ministro russo dell'Energia Aleksandr Novak. Su questa notizia giorni fa il Brent con consegna a marzo era rincarato del 6,5% a 35,24 dollari, mentre il Wti aveva guadagnato il 7,21% a 34,63 dollari.
In particolare, la Russia ha proposto all’Arabia di ridurre la produzione in cambio di una fornitura miliardaria di armi.
Il prezzo basso del petrolio sta causando in Russia un aumento del deficit - arrivato oltre il 20% del Pil - ma il Cremlino, che sulla carta avrebbe dovuto uscire perdente dalla partita, ha reagito prestandosi allo stesso gioco. Non solo la produzione è salita a livelli che non si vedevano dai tempi dell'Urss, ma il terzo produttore mondiale di oro nero sta addirittura riuscendo a rosicchiare quote di mercato ai concorrenti del Golfo.

Per esempio, in novembre le importazioni di greggio della Cina hanno visto Mosca superare per la terza volta nel 2015 l’Arabia come principale fornitore di Pechino: 949.925 barili al giorno contro gli 886.950 pompati dall’Arabia.
Nonostante le sanzioni che hanno ridotto l'accesso a finanziamenti e tecnologie, le compagnie locali sono riuscite ad aumentare l'efficienza dei processi estrattivi dei vecchi siti e a compensare con nuovi progetti l'esaurimento dei giacimenti della Siberia occidentale. Ha aiutato anche il drastico deprezzamento del rublo, che ha ridotto i costi in termini di dollari. 

È difficile che la Russia riesca a reggere a lungo questi ritmi. Le tasse elevate e la carenza di finanziamenti hanno infatti causato una flessione del 21% delle perforazioni esplorative, una flessione che pone una seria ipoteca sul futuro, dal momento che l'attuale impennata è legata a uno sfruttamento più intensivo dei vecchi giacimenti. La risposta arriverà dai risultati dell'espansione di progetti come Sakhalin e Yaruderyskoye, il giacimento Artico che Novatek prevede “raggiunga rapidamente” un output di 70 mila barili al giorno. Le autorità saudite avevano reso chiaro nei giorni scorsi di essere pronte a discutere una riduzione dell'output solo in coordinamento con i principali produttori estranei all'Opec, ovvero la Russia e gli Stati Uniti.

immagini
Ministro russo dell'Energia
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