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Sanzione di 5 milioni di euro a ENI per pubblicità ingannevole nella campagna ENI diesel+

where Roma when Lun, 20/01/2020 who roberto

Secondo l’antitrust c’è confusione fra il prodotto pubblicizzato EniDiesel+ e la sua componente biodiesel HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), chiamata da Eni “Green Diesel”

L’Autorità Garante della Concorrenza enidiesel.jpge del Mercato ha irrogato una sanzione di 5 milioni di euro alla società Eni per la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli utilizzati nella campagna promozionale che ha riguardato il carburante Eni Diesel+, sia relativamente all’affermazione del positivo impatto ambientale connesso al suo utilizzo, che alle asserite caratteristiche di tale carburante in termini di risparmio dei consumi e di riduzioni delle emissioni gassose.

L’ingannevolezza dei messaggi derivava - secondo AGSM - in primo luogo dalla confusione fra il prodotto pubblicizzato EniDiesel+ e la sua componente biodiesel HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), chiamata da Eni “Green Diesel”, attribuendo al prodotto nel suo complesso meriti ambientali che non sono risultati fondati. Nei messaggi si utilizzavano in maniera suggestiva la denominazione “Green Diesel”, le qualifiche “componente green” e “componente rinnovabile”, e altri claim di tutela dell’ambiente, quali “aiuta a proteggere l’ambiente. E usandolo lo fai anche tu, grazie a una significativa riduzione delle emissioni”, sebbene il prodotto sia un gasolio per autotrazione che per sua natura è altamente inquinante e non può essere considerato “green”.

Inoltre, alcune delle vantate caratteristiche del prodotto, relative alla riduzione delle emissioni gassose “fino al 40%”, delle emissioni di CO2 del 5% in media, e dei consumi “fino al 4%”, non sono risultate confermate dalle risultanze istruttorie, in quanto parziali (ad esempio, non per tutte le emissioni gassose e non in tutti i casi la riduzione risultava raggiungere il 40% e, per i consumi, la riduzione era solo in minima parte imputabile alla componente HVO denominata da Eni “Green Diesel”) ovvero non adeguatamente contestualizzate: ad esempio, non era adeguatamente chiarito che il vanto di una riduzione delle emissioni di CO2 era riferito all’intero ciclo del prodotto. Infine - conclude AGSM - nei messaggi si lasciava intendere che le vantate caratteristiche migliorative del prodotto - da cui erroneamente si lasciava intendere discendesse la natura di prodotto orientato alla protezione dell’ambiente - fossero da attribuire in maniera significativa alla sua componente definita da Eni “Green Diesel”, aspetto risultato non veritiero anch’esso. Nel corso del procedimento, la società ENI ha avviato l’interruzione della suddetta campagna stampa e si è impegnata a non utilizzare più, con riferimento a carburanti per autotrazione, la parola “green”.

La reazione di Eni - Eni ha appreso con grande sorpresa la decisione dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di considerare “ingannevoli” i claim ambientali e alcune descrizioni prestazionali contenuti nei messaggi pubblicitari relativi al carburante Eni Diesel+ e conseguentemente di sanzionare la Società. Eni ritiene infatti di aver illustrato nel corso del procedimento le ragioni per cui le contestazioni mosse dagli Uffici dell’Autorità devono considerarsi infondate e di aver presentato alcune decisive evidenze che confermano la correttezza metodologica e informativa della propria comunicazione commerciale.
Eni precisa che per Eni Diesel+ la riduzione delle emissioni è stata quantificata nella misura del 5%, adottando lo standard “Well to Wheels”, ossia una metodologia riconosciuta che lo stesso Centro di Ricerca della Commissione europea (JRC) utilizza proprio per valutare le emissioni di CO2 connesse al ciclo di vita dei carburanti. L'Autorità non contesta queste risultanze tecniche ma ritiene, in via del tutto innovativa, che disporre di risultati indiscussi di minore impatto ambientale rispetto ai prodotti alternativi non sia sufficiente per vantare la valenza green del prodotto, che nella percezione del consumatore avrebbe un significato assoluto e non relativo. Non è dunque in discussione che Eni Diesel +, grazie alla componente HVO, abbia performance ambientali migliori rispetto ai carburanti tradizionali, ma si contestano le modalità espressive utilizzate e  in particolare l'utilizzo del termine green, con argomentazioni puramente semantiche che Eni ritiene non condivisibili. La società si riserva pertanto di valutare le motivazioni del provvedimento ai fini della sua impugnativa al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

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