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Scaroni: la Libia sarà ricchissima, potrebbe diventare presto un altro Qatar o Kuwait

where Washington (Usa) when Mar, 23/07/2013 who roberto

Lo ha detto l'ad di Eni intervenendo a Washington ai lavori sui nuovi scenari mondiali dell’energia all’Atlantic Council

La Libia è potenzialmente un paese ricchissimo, con meno di 6 milioni di abitanti e 2 milioni di barili al giorno di capacità produttiva di idrocarburi. Potrebbe essere un altro Qatar, Kuwait o Abu Dhabi. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni intervenendo a Washington ai lavori sui nuovi scenari mondiali dell’energia all’Atlantic Council.
Parlando dell’evoluzione del Nord Africa, Scaroni si è soffermato sull'Algeria, che sta per affrontare nuove elezioni presidenziali. “Faccio parte di coloro che pensano che l'attacco al campo di In Amenas sia stato un evento isolato, e che l’Algeria, con le sue istituzioni solide e con una ricchezza petrolifera ben gestita, sarà capace di affrontare al meglio il proprio futuro”.
“Anche sull’Egitto sono ottimista - ha proseguito Scaroni - certo, i recenti episodi di violenza sono motivo di preoccupazione. Ma l'Egitto ha dalla sua una classe media forte e istituzioni solide, elementi che sosterranno la stabilizzazione. La preoccupazione principale è che il Paese è sempre più povero”.
Infine, Scaroni si è soffermato sugli Stati Uniti: “la rivoluzione dello shale gas in America ha cambiato le dinamiche della competizione globale. Gli Stati Uniti già godevano di un vantaggio competitivo rispetto all’Europa, offrendo da sempre un contesto favorevole all’industria e al mondo degli affari con leggi e regole pragmatiche, una forza lavoro qualificata e flessibile e un grande mercato. Oggi la buon notizia per gli Stati Uniti è che possono contare su tutta l’energia di cui hanno bisogno a prezzi imbattibili. Quella che è un'ottima notizia per gli Stati Uniti non lo è per la nostra Europa”. Infatti, “la nostra industria, già mortificata dal calo della domanda e da un mercato del lavoro ancora troppo rigido, deve ora competere con l’industria americana che paga il gas un terzo di quella europea e l'elettricità meno della metà”.

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