Scenario. Così si reinventa il mercato oil & gas: focus sui talenti
Lo studio Accenture, "The Reinvention Reset: From Bold Plans to Pragmatic Actions", evidenzia come il tema della reinvenzione rappresenti un imperativo fondamentale per tutte le imprese
Il mondo dell’oil e del gas sta vivendo un momento di forte evoluzione e le aziende di questo settore hanno l’esigenza di reinventare la loro organizzazione, creando una cultura del cambiamento e della resilienza capace di rispondere alle nuove sfide del comparto e di guardare al futuro.
La spinta determinata dalla transizione energetica e la velocità impressa al cambiamento, impongono di guardare oltre i soliti paradigmi, adottando un punto di vista diverso da quelle attuali. Sono queste alcune delle conclusioni emerse dallo studio Accenture, "The Reinvention Reset: From Bold Plans to Pragmatic Actions", nel quale appare chiaro come il tema della reinvenzione rappresenti un imperativo fondamentale per tutte le imprese. “Non esiste un approccio alla reinvenzione univoco che possa funzionare per qualsiasi azienda; il settore petrolifero e del gas è molto diversificato e le sfide condivise troppo complesse”, afferma Fausto Torri, responsabile area energy e utility Italia, Europa Centrale e Grecia di Accenture.
“Tuttavia”, continua Torri, “l’analisi delle azioni dei leader di riferimento può aiutare a tracciare un esempio di percorso di successo, valido per le aziende grandi e piccole con riferimento alle sfide e alle opportunità comuni a tutti i livelli”.
Nel recente studio Accenture, "The Reinvention Reset: From Bold Plans to Pragmatic Actions", appare chiaro come il tema della reinvenzione rappresenti un imperativo fondamentale per tutte le imprese.
Lo studio
Basato su un’indagine condotta su 201 dirigenti di aziende del settore petrolifero e del gas in tutto il mondo lo studio evidenzia che nove intervistati su dieci (90%) hanno dichiarato di avere in programma forme di reinvenzione e riprogettazione, siano esse radicali, significative o sensibili a cambiamenti strutturali. Solo l’11% stia perseguendo oggi una "reinvenzione radicale" rispetto ad appena un anno fa (21%). Un rallentamento che mette a rischio la sostenibilità nel medio periodo per molte aziende, che hanno modificato le proprie strategie a causa delle pressioni dell’inflazione, le interruzioni della catena di approvvigionamento e la rinnovata attenzione alla sicurezza energetica dopo il conflitto che vede coinvolte Ucraina e Russia.
Infatti, tre quarti (75%) degli intervistati hanno dichiarato di aver aumentato l'attenzione sulla sicurezza energetica a causa degli eventi geopolitici.
Molte, in compenso, le aziende che si stanno ora orientando su cambiamenti che possiamo definire "significativi" (38% delle aziende nel 2022 contro il 25% nel 2021) per superare la transizione energetica. L'indagine condotta da Accenture si pone inoltre l'obiettivo di distinguere i "ritardatari" dai leader che abbracciano un processo di reinvenzione sulla base di cinque diverse componenti di quest'ultima: competitività, impatto carbonico, connettività, esperienza del cliente e cultura aziendale.
Mentre i ritardatari sono più attenti alla sicurezza energetica, pur iniziando a impegnarsi per la neutralità delle emissioni di carbonio, i leader più innovativi stanno accelerando le loro trasformazioni adottando un approccio più “olistico”, che riallinea i loro portafogli per bilanciare la sicurezza energetica e la sostenibilità, con un’attenzione particolare agli asset tradizionali legati agli idrocarburi e non solo. I leader del sondaggio hanno riconosciuto in larga misura gli attuali venti contrari che potrebbero ridurre l’attenzione alla sostenibilità a favore della sicurezza, senza però rinunciare alla direzione intrapresa, che adotta appunto un approccio più equilibrato e durevole nel tempo. “Le grandi aziende” continua Torri “pongono maggiore attenzione al tema della connettività – intesa come la capacità di utilizzare le tecnologie digitali per consentire la collaborazione, la trasparenza dei dati, la sicurezza informatica e, in ultima analisi, la resilienza a livello aziendale – e in generale sono più propense ad apprezzare e valorizzare le tecnologie digitali. Infatti, la presenza di un forte nucleo digitale nelle aziende favorisce la crescita e contribuisce a ottimizzare l'operatività”. Il 94% dei leader ha dichiarato che le attività sul campo sono già altamente connesse e monitorate in tempo reale, e l'89% ha dichiarato che funzioni e operazioni sono connesse, al contrario rispettivamente del 52% e del 20% del totale dei ritardatari. I leader stimano inoltre una riduzione di almeno il 10% delle emissioni di carbonio grazie proprio ai processi di trasformazione digitale.
Il ruolo del capitale umano
Tra i fattori imprescindibili nei processi di reinvenzione figura inoltre il capitale umano, oggi più che mai fondamentale. Nell’epoca post-digitale le persone hanno bisogno di sentire rinnovato il loro legame con l’organizzazione e vanno guidate in un percorso che abbia al centro la capacità di adeguare la formazione alle nuove tecnologie. La ricerca Accenture evidenzia alcune potenziali criticità in questo senso: quasi due terzi dei dipendenti del settore energetico non pensano che le loro aziende si prendano cura di loro e più del 40% non sente di poter portare “il proprio io” sul posto di lavoro.
La soluzione deve essere rintracciata in primis al vertice, poiché - secondo il 94% degli intervistati - la responsabilità del benessere dei dipendenti e della formazione spetta all'amministratore delegato o ai membri del consiglio di amministrazione. Tuttavia, l’utilizzo delle tecnologie digitali è in grado di apportare miglioramenti sia nel coinvolgimento dei dipendenti che nella soddisfazione dei clienti grazie alla possibilità di offrire esperienze personalizzate, interagendo in modi nuovi e utilizzando i dati per fornire valore, scelte di prodotto diversificate e servizi su misura.
Gli scenari possibili
La domanda di energia continuerà a crescere e le energie rinnovabili e a basso impatto carbonico saranno fondamentali per combattere il cambiamento climatico. Con l'aumento del PIL mondiale e della popolazione, si stima che la domanda di energia sicura e sostenibile crescerà di circa il 50% nei prossimi tre decenni e gli idrocarburi si stima che continueranno ad avere un ruolo significativo nel futuro mix energetico; la quota di combustibili fossili diminuirà lentamente, passando dall'attuale 80% al 50% entro il 2050, con la conseguente necessità di sviluppare le tecnologie per l’abbattimento delle emissioni. La chiave per rispondere a questi e altri sviluppi è l'equilibrio, un assetto che veda le aziende essere radicali e olistiche, attuando piani di ampio respiro volti a bilanciare tutte le urgenze di reinvenzione. Molte aziende identificano le emissioni di carbonio e la competitività come pilastri di reinvenzione, ma come abbiamo visto in realtà gli aspetti strategici da gestire sono più ampi e vanno dalla riduzione del carbonio alla connettività, al miglioramento della soddisfazione dei clienti e ad una nuova presa in carico dei dipendenti. Si tratta quindi di gestire un nuovo processo di trasformazione che coinvolga la totalità degli asset e degli stakeholder dell’organizzazione in un’epoca in cui la variabile tempo, accelerato dai cicli tecnologici sempre più brevi, richiede un livello di attenzione maggiore e partecipato.