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I sindaci delle città italiane che ospitano centrali a carbone battono cassa

where Roma when Lun, 21/11/2022 who roberto

I primi cittadini di Brindisi, Civitavecchia, Spezia e altre chiedono la riduzione delle bollette e ad altre misure di ristorno per i residenti

I sindaci delle città sede di centrali carbone.jpga carbone hanno scritto una lettera al premier Giorgia Meloni e al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin chiedendo la riduzione delle bollette e ad altre misure di ristorno per i residenti in aree sottoposte a emissioni inquinanti.
 
I sindaci coinvolti
La proposta, spiega una nota, è frutto dell’iniziativa del sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, che l’ha condivisa con i colleghi dei vari territori d’Italia interessati da impianti di produzione di energia elettrica da carbone, in un lavoro che si è articolato nelle ultime settimane. Firmato dai Sindaci dei Comuni di Sassari (Gian Vittorio Campus), Brindisi (Riccardo Rossi), La Spezia (Pierluigi Peracchini), Monfalcone (Anna Maria Cisint), Civitavecchia (Ernesto Tedesco) e Portoscuso (Ignazio Salvatore Atzori), il documento fa esplicito riferimento ai “disagi e le ripercussioni che questi impianti determinano per la popolazione e i territori interessati. Anche l’applicazione delle più aggiornate misure tecnologiche di mitigazione riducono solo in parte le conseguenze dovute alla manipolazione, allo stoccaggio e all’impiego del carbone di ordine ambientale, sanitario, urbanistico e sociale”.
 
Gli effetti subite e le azioni di ristorno
Con la crisi energetica, tuttavia, “le scriventi Amministrazioni Comunali che avevano già impostato una graduale uscita o quantomeno un ridimensionamento dalle conseguenze dovute a questi insediamenti, devono ora fare i conti con questa nuova condizione, ed è comprensibile l’amarezza e l’esasperazione delle nostre comunità che hanno conosciuto per lunghi periodi gli effetti dannosi che accompagnano, più di ogni altra, questa tipologia di combustibile fossile”. E ancora: “La ripresa della più ampia produzione energetica a carbone nelle nostre centrali, assieme al rinnovarsi delle conseguenze nocive, mette a rischio un patrimonio fondamentale rappresentato dall’affidabilità, dall’apprezzamento e dalla credibilità della popolazione verso i sindaci e le amministrazioni comunali coinvolte e di conseguenza mina sostanzialmente la fiducia dei cittadini verso lo Stato”, continuano i primi cittadini. “Diventa, pertanto, impegno comune quello di affrontare la questione delle azioni di ristorno e compensazione che possano riguardare in particolare la riduzione delle bollette energetiche per i residenti nella giusta considerazione che la maggior produzione delle centrali a carbone è legata a un interesse di carattere nazionale e generale che non può diventare un fattore di maggiore penalizzazione per alcuni territori, come i nostri, che si trovano ad essere gravati dalle relative pesanti conseguenze di carattere ambientale e sanitario. Peraltro, si tratta di conformarsi a una linea che lo Stato prevede di perseguire anche nelle altre situazioni per nuovi insediamenti come per i rigassificatori”. Di qui la richiesta di un incontro col Governo “nel quadro di una concertazione che coinvolga stabilmente gli enti locali interessati nelle scelte dei relativi impianti”.

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