La stangata silenziosa. Mise: i prezzi di benzina e gasolio continuano a correre
Quasi 1 euro in più a pieno in una settimana. Da novembre +9,6% per benzina, +10,8% per gasolio. Su base annua +160 euro per benzina, +163 per gasolio
Continuano a correre i prezzi dei carburanti: lo dicono i dati settimanali del ministero dello Sviluppo Economico, secondo i quali in una sola settimana si è passati da 1,500 a 1,519 euro al litro per la benzina e da 1,373 a 1,391 euro per il gasolio, tra le proteste di diverse associazioni di consumatori. Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, parla di una stangata e di rincari ingiustificabili. “In una sola settimana un pieno da 50 litri è aumentato di quasi 1 euro: 95 cent per la benzina e 90 cent per il gasolio. Da metà novembre ad oggi, c'è stata un'impennata dei prezzi del 9,6% per la benzina e del 10,8% per il gasolio. In valore assoluto si tratta di 13,31 cent al litro per la benzina e 13,56 cent al litro per il gasolio. Su un pieno di 50 litri l'aggravio è di 6 euro e 65 cent per la benzina e 6 euro e 78 cent per il gasolio. Su base annua è pari ad una batosta ad autovettura pari a 160 euro all'anno per la benzina e 163 euro per il gasolio”.
La corsa al rialzo dei carburanti avrà effetti pesanti per le tasche dei consumatori e determinerà una stangata, solo per maggiori costi diretti di rifornimento, pari a +190 euro annui a famiglia. Lo afferma Assoutenti, associazione dei consumatori specializzata in trasporti, che diffonde un report sui prezzi di benzina e gasolio e sugli effetti dei rincari per la collettività. “Oggi un litro di benzina costa l’11,5% in più rispetto a maggio 2020, + 11,1% il diesel – spiega il presidente Furio Truzzi –. In pratica, per un pieno di benzina ad un’auto di media cilindrata si spendono oggi 7,85 euro in più rispetto a 9 mesi fa, e +7 euro per un’auto alimentata a gasolio. Su base annua l’aggravio di spesa raggiunge quota +190 euro solo di costi diretti”.
“Ma il rialzo dei carburanti alla pompa produce conseguenze negative anche in altri ambiti: determina infatti rincari per i prezzi dei prodotti trasportati, considerato che in Italia l’80% delle merci viaggia su gomma, con incrementi dei listini specie per ortofrutta e alimentari, e ha effetti diretti su energia e bollette, senza contare i maggiori costi a carico dell’industria e del comparto trasporti. Effetti indiretti che vengono scaricati sui consumatori attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio e delle tariffe”. “Ad incidere su tale situazione è la tassazione abnorme che pesa sui carburanti, e su cui nessun Governo ha finora messo mano: oggi su ogni litro di benzina i cittadini pagano il 66% di tasse, e sul gasolio il 62,4% – prosegue Truzzi – . Per tale motivo Assoutenti chiede al nuovo Governo Draghi di intervenire sulla tassazione relativa ai carburanti, riducendo il peso di accise e Iva che portano i listini italiani di benzina e gasolio ad essere tra i più alti d’Europa, alleggerendo la spesa delle famiglie oggi più che mai impoverite e in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. Al contempo, è necessario intervenire sull’andamento del prezzo del petrolio per evitare speculazioni che - ricorda il presidente Truzzi - configurano ipotesi di reato come l’aggiotaggio e violazioni della concorrenza tramite illeciti cartelli”.
Il balzo dei prezzi al distributore di benzina e diesel (+5%) dall’inizio dell’anno pesa su famiglie e imprese già colpite dagli effetti sull’economia e sulla salute dell’emergenza Covid. È quanto emerge anche da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) sugli ultimi dati del Ministero dello Sviluppo economico in riferimento al record del prezzo del petrolio, mentre l’Italia è alle prese con le conseguenze della pandemia con i contagi in risalita, favoriti dalle varianti più aggressive, mentre si moltiplicano le zone rosse per circoscrivere i principali focolai evitando un lockdown generalizzato. Il pieno degli italiani è fra i più cari al mondo, con il costo dei carburanti al distributore che segue sempre in maniera rapidissima l’aumento del prezzo mondiale del petrolio mentre - sottolinea Uecoop - non retrocede altrettanto velocemente quando le quotazioni dell’oro nero scendono. Una situazione che - continua l’associazione - ha pesanti ripercussioni sui bilanci di imprese e famiglie e rappresenta un freno alle possibilità di rilancio del Paese, già alle prese con il crollo del Pil, i problemi sull’occupazione e la brusca frenata delle esportazioni in tutti i settori ad eccezione di agroalimentare e farmaci.