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​Strategie. Su Elementi (Gse) i pensieri di Marinello, Termini, Mori ecc.

where Roma when Lun, 11/07/2016 who redazione

Tra gli articoli: il mercato gas, più responsabilità per gli utenti; il senso della riforma Ets; i take or pay; le rinnovabili

gse-logo.jpg“Il sistema italiano della sostenibilità regge. Anche se occorre rimettere mano al sistema dei consorzi. A livello territoriale però vediamo enormi ritardi, specie nelle regioni meridionali e in particolari aree di esse, dovuti ad ataviche difficoltà, ma anche alle politiche regionali e locali”. Così Giuseppe Marinello, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, nel suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, house organ del gruppo Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it.

Marinello - “Per superare queste disparità, ha continuato Marinello, bisognerebbe esprimere con maggiore incisività le politiche nazionali e il governo dovrebbe intervenire direttamente, anche con poteri di surroga”. Marinello, parlando delle rinnovabili, ha detto che rappresentano un’opportunità per il sud, ma con dei distinguo, sostenendo che “la redditività della produzione eolica a parità di strutture è maggiore in Sicilia, in Puglia, o in un'altra regione meridionale, rispetto a un impianto simile nella Pianura Padana. Ciò è legato alla presenza dell'Appennino che fa barriera lungo tutta la dorsale della Penisola tra oriente e occidente, tra i venti di levante e di ponente. Situazione rafforzata da politiche di indirizzo che hanno permesso un’enorme Comunicato Stampa dilatazione di tali interventi soprattutto in un’epoca in cui gli incentivi erano assolutamente allettanti. Questo ha creato delle distorsioni: da un lato un’enorme redditività del capitale, in alcuni periodi superiore alle due cifre quando quella sui mercati finanziari andava scemando. D'altro canto, questo fenomeno ha visto un altro aspetto interessante: sono intervenuti una serie di soggetti che non avevano caratteristiche imprenditoriali, ma un ruolo di intermediazione, i cosiddetti sviluppatori. Si sono create così delle zone d'ombra nelle quali malaffare, cattiva politica, pessima burocrazia e addirittura criminalità organizzata spesso sono riuscite a inserirsi.

Termini - Valeria Termini, membro dell’Aeegsi, parlando del mercato del gas e in particolare sull’implementazione del Regolamento Ue, ha sostenuto che “gli aspetti del quadro regolatorio da completare ai fini dell’avvio del nuovo regime di bilanciamento possono essere sintetizzati in quattro temi principali: la definizione dei criteri di intervento di Snam Rete Gas sul mercato; l’integrazione delle regole di funzionamento del mercato infra-giornaliero con le modalità di negoziazione dei prodotti “locational” (che comportano un obbligo di modifica dei flussi di immissione di gas in rete, riferito ad un preciso punto di immissione durante il giorno gas o nelle ore residue del giorno gas); la definizione degli “small adjustment” (un costo definito amministrativamente e volto a incentivare gli utenti a prevenire lo sbilanciamento del proprio portafoglio); possibili interventi in materia di “settlement” (determinazione delle partite fisiche ed economiche funzionali all’erogazione del servizio di trasporto e bilanciamento). In questa fase, l’Autorità sta consultando i propri orientamenti illustrati nel documento per la consultazione 103/2016/R/gas, relativi al completamento delle regole ai fini dell’implementazione del Regolamento”.
Alla domanda, cosa cambierà per gli utenti?, la Termini ha così risposto: “con il nuovo regime, gli utenti saranno maggiormente responsabilizzati nel bilanciare il proprio portafoglio, facendo sì che il gestore della rete assuma, in questo, un ruolo “residuale”.

Delbeke - Jos Delbeke, Direttore per il Clima della Commissione Europea, parlando dell’efficienza dell’EU ETS, ha detto che: “negli ultimi anni l’accumulo del surplus di quote in circolazione – in gran parte per via della profonda crisi economica che ha ridotto le emissioni in misura maggiore di quanto previsto – ha depresso i prezzi della CO2 indebolendo l’incentivo a ridurre le emissioni. La Riserva di Stabilità del mercato, operativa dal 2019, aiuterà a risolvere questo problema e a migliorarne la resilienza a più ampi shock, intervenendo sul lato offerta delle quote da collocare all’asta. Gli Comunicato Stampa sforzi per ricercare l’equilibrio tra i fondamentali del mercato saranno favoriti da una riduzione annuale del cap più incisiva.
Raggiungere l’obiettivo al 2030 richiede ai settori ETS una riduzione delle emissioni del 43% rispetto al 2005. A tal fine, il volume complessivo delle quote di emissione dovrà ridursi, dal 2021 in poi, del 2,2% annualmente rispetto all’attuale 1,74%”. In merito alla distribuzione delle quote di emissione, Delbeke, ha affermato: “rispetto alla fase attuale, la porzione di quote da collocare all’asta non diminuirà dopo il 2020. La proposta della Commissione fissa al 57% questo share: ciò dà maggiori certezze sul lato della pianificazione degli investimenti e accresce il livello di trasparenza per i partecipanti al mercato all’interno ed all’esterno del sistema. Proseguire, inoltre, con l’assegnazione di quote a titolo gratuito consente all’Unione di perseguire target ambiziosi di riduzione delle emissioni, tutelando al contempo la competitività dell’industria, a livello internazionale. Ciò garantendo il risultato ambientale, evitando una fuga delle emissioni verso Paesi con politiche climatiche meno ambiziose (carbon leakage)”.

Gay - Marco Gay, Presidente giovani imprenditori di Confindustria, in merito al settore energetico ha sottolineato che in questo serve una forte visione strategica: “a partire da due aspetti che possano essere favoriti dalla revisione costituzionale che ha reinserito l’energia tra le competenze esclusive dello Stato. Primo: mettere un punto fermo al concetto di “campanile”. Molto spesso il localismo, in assenza di una visione generale e a caccia solo del consenso, finisce per danneggiare il territorio. Altro punto essenziale, una politica industriale coraggiosa che non ci tenga più ostaggio dei “comitati del no”. Come esempio di visione strategica Gay ha detto che si potrebbe “usare le royalty dall’estrazione di metano e petrolio dai giacimenti nazionali per creare un fondo sovrano. Abbiamo un patrimonio enorme, facciamolo diventare bene comune. Così si potrebbero finanziare politiche sociali di “welfare”, investimenti in fonti rinnovabili e soprattutto la nostra spesa pensionistica” E ha aggiunto: “non sarebbe più corretto usare il patrimonio del nostro sottosuolo per alimentare la spesa pensionistica? Le stesse risorse poi potrebbero liberare quegli investimenti per le energie rinnovabili. Insomma, il Titolo V della Costituzione va rivisto anche per ridare all’Italia la perduta visione strategica”.

Malacarne - Carlo Malacarne, Presidente Snam, sul tramonto del modello take or pay nel mercato internazionale del gas, e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, ha sostenuto che: “la significativa contrazione della domanda negli ultimi anni, unita all’esigenza degli utenti del sistema gas di prodotti sempre più “su misura”, hanno creato i presupposti per un ricorso massiccio ai contratti spot rendendo il mercato estremamente liquido e orientato al breve termine. Quindi, per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti sarà fondamentale concludere il processo di integrazione dei singoli mercati energetici. Ma occorre completare i corridoi europei e rendere effettiva l’interconnessione delle reti nazionali, oltre a lavorare per garantire un’ulteriore diversificazione delle fonti di approvvigionamento. I due interventi sono complementari: i corridoi sud-nord ed est-ovest potranno essere sviluppati solo se il network europeo sarà connesso ai paesi dell’area nordafricana e mediterranea e soprattutto al bacino del Mar Caspio. Oltre che ai terminali di rigassificazione europei oggi sotto-utilizzati”.

Mori - Simone Mori, Presidente di Assoelettrica, è convinto che fonti tradizionali e fonti rinnovabili debbano lavorare insieme per lo sviluppo di un nuovo mercato energetico. E a proposito del futuro, con l’uscita della maggior tutela e dall’incontro dell’Ict con il settore dell’energia, alla domanda se può nascere un nuovo modello di mercato energetico, ha detto: “difficile rispondere. Basti pensare a quanto accaduto dopo l’apertura del mercato elettrico: prima la grande stagione degli investimenti per il rinnovamento del parco termoelettrico, poi il tumultuoso sviluppo delle rinnovabili, del fotovoltaico in particolare, quindi il rovesciamento dei paradigmi tradizionali: centrale – trasmissione – distribuzione – consumo finale e la crescita della generazione diffusa. Infine la crisi economica e la riduzione della domanda elettrica. Soltanto la prima di queste fasi era in qualche misura prevista. La verità è che i mercati si muovono più svelti delle norme e spesso dei piani di sviluppo delle imprese. Si deve poi rimarcare che il mercato elettrico italiano è uno dei più aperti e vivaci d’Europa. Di
strada nella direzione giusta ne abbiamo fatta, anche su altri fronti, come la digitalizzazione delle infrastrutture – penso ai contatori elettronici di seconda generazione – ma anche sul lato dell’efficientamento, che ha portato a una riduzione dell’intensità energetica e insieme a un aumento della penetrazione elettrica”.

Braga - Nel Faccia a Faccia su energia e ambiente tra Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd e Davide Crippa, membro della Commissione Ambiente della Camera per il M5S, è emerso che per la Braga: “le scelte fatte in tempi recenti hanno ridotto la mole degli incentivi, puntando a una sostenibilità di mercato. Il sistema oggi si è stabilizzato, anche dopo alcuni contraccolpi non facili come lo spalma-incentivi. Quello che si aspettano gli operatori del fotovoltaico non sono nuovi incentivi, ma stabilità delle norme e un quadro regolatorio più chiaro e meno penalizzante, che aiuti anche a superare alcune storture del passato”.

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