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Surprais! Il guru del petrolio boccia lo shale oil, mentre il boom Usa crea divisioni nell’Opec

where New York (Usa) when Mar, 04/06/2013 who roberto

Per Andy Hall, l’autorevole trader di petrolio, la produzione di olio non convenzionale aumenterà solo temporaneamente. Tuttavia, l’Africa già lamenta un calo dei ricavi a causa dell’intensa attività estrattiva negli Usa

Un fenomeno che farà aumentare solo temporaneamente la produzione. Così Andy Hall, il trader di petrolio considerato un punto di riferimento dagli operatori ha ridimensionato la portata della rivoluzione americana chiamata shale oil, il petrolio prodotto con nuove tecniche di trivellazione in grado di estrarre anche il greggio dai pori delle rocce impermeabili. Hall è considerato - riporta il Financial Times - un guru del petrolio: le sue scommesse gli sono valse un salario di 100 milioni di dollari negli anni 2000 a Citigroup.
Anche se le previsioni di Hall fossero azzeccate l'aumento della produzione petrolifera americana sta già facendo agitare i piani alti dell'Opec. L'agenzia internazionale dell'energia prevede che il Nord America, il maggiore cliente dell'Opec, diventerà esportatore netto di petrolio entro il 2030. Con tutto ciò che ne consegue.
Secondo alcuni analisti, le risorse dell’olio non convenzionale americane porteranno a ridurre, nel lungo termine, i prezzi del petrolio, minacciando i margini dei Paesi Opec. 
Intanto, proprio sulla questione del boom petrolifero statunitense, l’Opec va verso la spaccatura interna: l'aumento della produzione americana - riporta il Wall Street Journal – sta ridisegnando la mappa della produzione mondiale e rischia di legare le mani e ridurre l'influenza del cartello dei paesi produttori.
Il cartello, a questo proposito, si è già diviso in merito: i paesi africani lamentano un calo dei ricavi con il boom americano e lo ritengono una minaccia, mentre i paesi del Golfo non sembrano al momento indifferenti rispetto al nuovo trend.
La produzione di petrolio degli Stati Uniti, salita ai massimi degli ultimi 21 anni, ha già avuto alcune ripercussioni: il boom americano ha fatto crollare le esportazioni di Nigeria, Algeria e Angola negli Stati Uniti, calate del 41% nel 2012. Al contrario le esportazioni saudite negli Usa sono salite del 14% nel 2012.
Leggi qui l’articolo sulle previsioni di Andy Hall 

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