Surprais! L’Opec+ cambia strategia: aumenterà ancora la produzione di petrolio (e caleranno i prezzi)
Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto alla strategia del recente passato che puntava a difendere i prezzi. Dal mese prossimo verranno prodotti 411mila barili di petrolio in più al giorno.
Opec+ , organizzazione che fa capo ai principali esportatori di petrolio del golfo arabo con la giunta di quelli che non ne fanno parte come la Russia, ha deciso un altro aumento della produzione di petrolio a giugno, accelerando a sorpresa la ripresa dell'offerta per il secondo mese consecutivo, con i Paesi leader del gruppo che contemporaneamente cercano di punire i membri che producono in eccesso. Lo segnala Bloomberg, spiegando che le nazioni principali, guidate da Arabia Saudita e Russia, hanno concordato di aggiungere 411mila barili di produzione al giorno il mese prossimo. L'aumento rispecchia un aumento simile annunciato il mese scorso, quando il l'Opec+ ha preso la decisione inattesa di triplicare il volume previsto per maggio.
L’inversione di tendenza
Questa crescita di produzione rappresenta una drastica inversione di tendenza rispetto alla posizione di lunga data del cartello che affermava di voler difendere i prezzi del petrolio, sollevando interrogativi sul futuro dell'alleanza e alimentando speculazioni su una guerra dei prezzi. A non essere sorpresi sono invece i trader di greggio ai quali l'Arabia Saudita aveva già segnalato nelle ultime settimane di essere disposta ad accettare un periodo prolungato di bassi prezzi del petrolio. I prezzi del petrolio hanno già registrato una significativa correzione al ribasso: il West Texas Intermediate (WTI) ha perso il 3,8%, scendendo a 56,08 dollari al barile, mentre il Brent ha lasciato sul terreno il 3,5%, attestandosi a 59,17 dollari. L’aumento di giugno è quasi il triplo rispetto alla previsione iniziale di Goldman Sachs, che stimava un incremento di soli 140mila barili. Complessivamente, il cartello sul greggio porterà sul mercato oltre 800mila barili aggiuntivi in due mesi. Secondo Jorge León, ex dipendente dell'Opec ora consulente energetico presso Rystad, con tale decisione il cartello "ha appena lanciato una bomba sul mercato petrolifero. La decisione del mese scorso è stata un campanello d'allarme. Quella di oggi è un messaggio definitivo che il gruppo guidato dall'Arabia Saudita sta cambiando strategia e perseguendo quote di mercato dopo anni di tagli alla produzione".