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Il Tar conferma una multa da 5 milioni a Eni per la pubblicità del Green Diesel: è ingannevole

where Roma when Lun, 15/11/2021 who roberto

Secondo l'Autorità, i messaggi del "Green Diesel" e alcune delle vantate caratteristiche del prodotto non sono state dalle risultanze istruttorie

Nessuna illegittimità nel provvedimentoeni-diesel-plus.jpg con il quale a fine 2019 l'Antitrust ha sanzionato con 5 milioni di euro Eni per la diffusione di messaggi pubblicitari - giudicati ingannevoli - utilizzati nella campagna promozionale che ha riguardato il carburante "Eni Diesel+". L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso avanzato dalla multinazionale.
 
Le motivazioni
Secondo l'Autorità, l'ingannevolezza dei messaggi derivava "dalla confusione fra il prodotto pubblicizzato EniDiesel+ e la sua componente biodiesel HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), chiamata da Eni "Green Diesel"; e alcune delle vantate caratteristiche del prodotto, relative alla riduzione delle emissioni gassose "fino al 40%", delle emissioni di CO2 del 5% in media, e dei consumi "fino al 4%", non sono risultate confermate dalle risultanze istruttorie. Il Tar in sentenza ha rilevato che l'Autorità, "muovendosi nel solco interpretativo indicato dalla Commissione europea, ha puntualmente motivato sulle ragioni per cui nei messaggi pubblicitari diffusi da Eni il termine 'green' era idoneo a generare una ‘elevata confusione’ nei consumatori, in quanto all'uso del carburante pubblicizzato era associato un vantaggio ambientale di carattere assoluto e non relativo, incompatibile con l'intrinseca natura inquinante del diesel"; e "risulta immune dai vizi sollevati dalla ricorrente l'affermazione dell'Autorità secondo cui, in assenza di 'claim di supporto', non è consentito nella comunicazione pubblicitaria considerare 'green' un gasolio per autotrazione, ovvero un carburante che per sua natura è un prodotto altamente inquinante, né dichiarare che attraverso il suo utilizzo è possibile prendersi cura dell'ambiente".
 
Analisi antitrust corretta
L'analisi dell'Agcm, quindi, per i giudici "non presenta carenze o elementi di illogicità in grado di inficiare il giudizio espresso", avendo la stessa "diffusamente argomentato circa le ragioni per cui i messaggi pubblicitari erano connotati da vaghezza, genericità e da imprecisioni tali da non rendere veritiera l'asserzione ambientale di Eni". "I risultati scientifici presentati nel corso del procedimento da Eni - è specificato nella sentenza - sono stati sottoposti a un giudizio particolarmente accurato, conclusosi con il riscontro della presenza di vizi metodologici e di una parziale rappresentazione degli effettivi vantaggi sulla riduzione di consumi ed emissioni gassose, tali da rendere le affermazioni veicolate con i claim pubblicitari non attendibili". Immune da vizi, infine, è stata ritenuta anche l'attività di quantificazione della sanzione inflitta.

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