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Trivelle. Dibattito sul referendum. Parola ai sì triv

where Roma when Mar, 29/03/2016 who roberto

Il ministro Galletti dice che voterà contro lo stop alle trivelle: denunciato dal Codacons

"Non ho ha ancora deciso se andrò a votare. Sicuramente se andrò a votare voterò per il no. Io sono convinto che il problema non sia l'estrazione del petrolio ma sia quello di usare meno petrolio nel nostro paese e per questo noi stiamo facendo una politica indirizzata a questo obiettivo". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a proposito del referendum del 17 aprile.
"Penso - ha aggiunto Galletti - ai bandi che abbiamo aperto sull'efficientamento energetico, penso ai bandi che abbiamo aperto sulla mobilità sostenibile. Stiamo parlando di oltre un miliardo di euro impegnato su questo fronte".

galletti.jpgIl Codacons denuncia Galletti – L’associazione di consumatori Codacons ha fatto sapere di aver presentato “un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e al Tribunale dei Ministri dopo le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti”. Il comitato del referendum contro Galletti – “Risulta incomprensibile come una vittoria del sì possa causare la perdita anche di un solo posto di lavoro", replica al ministro Galletti il Comitato del referendum 17 aprile.

La Filctem Cgil si astiene ma è contro il referendum – “Un grossolano errore chiamare il paese a schierarsi contro parti e segmenti produttivi importanti del suo territorio", dice Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil. "La Cgil ha deciso di non pronunciarsi sul referendum del 17 aprile relativo ai titoli concessori già esistenti entro le 12 miglia. Anche la Filctem farà altrettanto”. Però poi specifica: “Non possiamo sottacere che, a seconda del risultato, il referendum può produrre esiti che ricadranno sui nostri lavoratori, sulla loro occupazione: è inaccettabile”.

Assomineraria: a rischio 5mila posti di lavoro – Secondo Pietro Cavanna, presidente del settore Idrocarburi di Assomineraria, con il referendum sono a rischio 7 miliardi di investimenti e 5mila posti di lavoro. In caso di vittoria dei no triv, “ben il 70% delle concessioni a mare (48) verrebbero impattate, con una perdita di produzione di 2.5 miliardi di m3 di gas, che rappresentano un terzo della produzione nazionale e il 3% del fabbisogno nazionale, e di 4 milioni di barili di olio, che rappresentano il 70% della totale produzione a mare”. Tale mancata produzione “si tradurrebbe in una perdita di investimenti di almeno 7 miliardi di euro ed un mancato introito di royalties e imposte stimate in 450 milioni di euro”.

Borghini del comitato Ottimisti e razionali – Per Gianfranco Borghini, presidente del comitato Ottimisti e razionali, che invita gli italiani a non andare a votare al referendum, “non c'è una regione logica per dismettere queste attività, fermo restando che oltre le 12 miglia se si dovessero trovare nuovi giacimenti nulla può vietare nuove estrazioni. Non si capisce perché il paese non debba sfruttare una risorse naturale di cui dispone e che può essere estratta senza danni”. Si parla, spiega Borghini, “di un contributo al fabbisogno italiano di idrocarburi del 10,3% dei consumi di olio e l'11,8% del gas nazionale” per un valore in bolletta di 4,5 mld di euro all'anno. Se dovesse venire meno questo contributo “dovremmo aumentare le importazioni per una cifra equivalente”.

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Parola ai sì triv Gian Luca Galletti, il ministro dell'Ambiente
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